TwitterLinkedinWhatsAppTelegramTelegram
3
Leggere questo articolo in:

Caso clinico: Perdite riproduttive: spurghi

3 commenti

Si osserva un incremento dei ritorni in scrofe(a 17-28 gg, cíclici e acíclici, con una % di ritorni del 22%) e spurghi vaginali di aspetto mucoso,di color bianco a marron(cioccolato)nelle ore dopo l'inseminazione artificiale.

Descrizione dell'allevamento

Si tratta di una cooperativa che possiede 2 unità di produzione di suinetti (Sito 1) e un centro verri (CV), ubicati nello stato del Paraná (Brasile).I Siti 1 sono localizzati a 60 km uno dall'altro e il CV a 35 km dal sito 1 A e 60 km dal sito 1 B (figura 1).

DISTANZE

Figura 1. Distanza tra Siti 1(A- B) e il CV.

Nel marzo del 2011 parte un report da parte dei responsabili dei Siti1 A-B dove si relazionava un aumento dei ritorni delle scrofe ( tra 17-28 giorni post copertura, ciclici ed aciclici, con 22% di ritorni totali), e spurghi vaginali di aspetto mucoso, di colore biancastro a marrone, ore dopo l'inseminazione artificiale.L'incidenza maggiore era sulle scrofette, anche se le pluripare fossero coinvolte . Le scrofe svezzate erano alloggiate in gabbie in temperatura controllata a 21°C e umidità tra il 60-70%, rimanendo nello stesso ambiente durante le prime 7-8 settimane di gestazione.

Il problema si è verificato nelle due scrofaie. Per misure di biosicurezza, si è prima visitato il Centro Verri, e dopo le scrofaie, seguendo il protocollo della società di consulenza. Il sospetto clinico era della presenza di micotossine, ed il mangimificio ha proceduto alla realizzazione di campionamenti dei mangimi, con analisi specifiche e quantificazione delle stesse se presenti, anche le materie prime furono analizzate , ma risultarono negative per micotossine.

Stato sanitario

Nelle scrofaie , gli animali sono negativi agli anticorpi delle seguenti malattie: PRRS, Aujeszky e positivi a Mycoplasma hyopneumoniae. L'azienda adotta misure di biosicurezza adeguate e che permettono un buon controllo e mantenimento dello stato sanitario, con bassa incidenza di malattie cliniche che indichino patologie acute o croniche.

La rimonta delle scrofaie si fa a partire da femmine F1 svezzate nell'allevamento di moltiplicazione, dove sono presenti animali GP e GGP, e l'acquisizione di materiale genetico segue le basi del progresso genetico , si fa con l'entrata di seme di verri GP e GGP attraverso un programma prestabilito. Il Centro Verri della compagnia produce 7.500 dosi seminali al mese.

IL Centro Verri

Si tratta di una centro moderno, semi automatizzato, che utilizza materiali usa e getta. I verri sono negativi agli anticorpi per PRRS, Aujeszky, Leptospirosi, Brucellosi. Sono vaccinati ogni 6 mesi contro Erisipela, Leptospirosi e Parvovirosi. Sono alloggiati in box da 7,5m² con una temperatura controllata di 21 °C (con variazioni tra massima e minima di 4-6 °C),umidità relativa del 60-70 % e 12–14 ore di luce al giorno.

La sala prelievi presenta una fossa per la raccolta e i vari reparti del laboratorio sono scrupolosamente separati in zone pulite, sporche ed intermrdie. Il laboratorio stesso produce acqua bidistillata, attraverso osmosi inversa, per produrre le dosi. L'attrezzatura è d'acciaio inossidabile, e si utilizzano materiali monouso per la manipolazione del seme. Le dosi sono confezionate automaticamente in tubi di plastica.

Visita tecnica

Durante la visita al centro verri, sono stati presi campioni d'acqua , seme puro e diluito, e materiale che fanno parte del processo di confezionamento delle dosi seminali. La tabella 1 mostra i risultati ottenuti rispettivamente:

Tabella 1. Batteriologico.

Campione UFC / mL – Agente
Acqua bidistillata dopo osmosi inversa Nessuna crescita batterica
Acqua raccolta dall'agitatore con diluente 36 UFC
Laminocoltura dell'acqua con diluente Crescita ed isolamento di Burkholderia cepacia
Acqua con diluente Crescita ed isolamento di Burkholderia cepacia
Agitatore Crescita ed isolamento di Burkholderia cepacia
Tubo di raccolta – Blister Nessuna crescita batterica
Contenitore di riposo Nessuna crescita batterica
Contenitore del tubo 10 UFC
Bocca del dosificatore Nessuna crescita batterica

(UFC) Unità di formazione di colonie

Tabla 2. Batteriologico del seme diluito

Campione Agente isolato
Seme diluito– 1 Burkholderia cepacia
Seme diluito– 2 Burkholderia cepacia
Seme diluito– 3 Burkholderia cepacia
Seme diluito– 4 Burkholderia cepacia

Risultati

Si è verificata una contaminazione in precedenza del recipiente di omogenizzazione (nell'elica e nella busta di plastica monouso che ricopre il recipiente). La contaminazione si è in seguito propagata nelle dosi prodotte in quei momenti, dovuto alle elevate concentrazioni del batterio nel recipiente (busta di plastica ed elica), i ceppi isolati erano uguali.

1ª Conclusione: Non si stava scartando la busta di plastica del recipiente dopo ogni uso, il cambio avveniva una volta alla settimana. La raccomandazione consiste nel cambiare tutto il materiale monouso ad ogni produzione seminale.

Visita alle scrofaie (Sitio 1 A)

Durante la visita alla scrofaia A, sono stati fatti campionamenti di urina della prime ore del mattino, scartando il primo getto, raccogliendo la porzione intermedia, in contenitori sterili e mantenendo precauzioni igieniche di base durante tutto il procedimento. In seguito il materiale è stato refrigerato ed inviato al laboratorio.

Si è osservato che il 15% dei campioni presentavano crescita batterica con isolamento di Burkholderia cepacia. Si tratta di un batterio che si trova nell'ambiente, nell'acqua e può sopravvivere per lunghi periodi in ambienti umidi. Alcuni studi hanno correlato la presenza di Burkholderia cepacia nell'uomo con fibrosi cistiche in patologie respiratorie.

Una scrofetta con perdite vulvari abbondanti è stata selezionata per il sacrificio. Nell'esame clinico tutti i parametri fisiologici erano normali, nessun stato febbrile o inappetenza (temperatura rettale di 38,7 °C). L'unico segno clinico era la presenza di secrezione mucosa dalla vulva, con presenza di filamenti ed iperemia nella mucosa vaginale. L'animale era stato inseminato recentemente ( la prima dose seminale era sta fatta alla mattina, ed il campionamento è stato fatto nel pomeriggio).

Spurghi vulvari

Figura 1. Le immagini mostrano gli spurghi vulvari.

Sono stati fatti tamponi delle secrezioni e delle mucose per analisi microbiologica. I risultati sono evidenziati nella tabella seguente:

Tabla 3. Risultati dell'isolamento batterico.

Campione Agente isolato
Mucosa vaginale Crescita ed isolamento di Burkholderia cepacia
Mucosa della cervice Crescita ed isolamento di Burkholderia cepacia
Mucosa uterina Crescita ed isolameneto di Burkholderia cepacia
Mucosa della vescica Nessuna crescita batterica

Aparatto riproduttore di una scrofetta e apertura della cervice per il campionamento

Figura 2. Apparato riproduttivo di una scrofetta. Figura 3. Apertura della cervice per la raccolta di secrezione con un tampone

Presenza di muco nella mucosa cervicale e uterina

Figura 3. Presenza di muco nella mucosa cervicale e mucosa uterina.

Altre femmine appena inseminate che presentavano gli stessi segnali clinici e che furono selezionate per i tamponi

Vescica senza alterazioni macroscopiche
Figura 4 . Vescica senza alterazioni macroscopiche

Altre femmine appena inseminate con gli stessi sintomi clinici sono state selezionate per la raccolta di secrezioni vulvovaginali ,attraverso tamponi introdotti con specoli monouso per selezionare la miglior superficie della mucosa vaginale e per una corretta introduzione del tampone.E' stata selezionata altresì una scrofetta con gli stessi sintomi e con ciclo inseminativo completo, per il sacrificio. L'apparato genitale è stato estratto e durante l'apertura sono stati raccolti campioni del muco purulento presente in cervice, vagina e corna uterine per le colture e l'isolamento batterico.

2ª Conclusione: Di tutto il materiale raccolto per la batteriologia, è sempre stato isolato lo stesso batterio: Burkholderia cepacia.

Strategie di management adottate:

  1. Le scrofe problema sono state trattate per via parenterale con ceftiofur;
  2. Le femmine che presentavano ritorni in calore e spurghi vulvari sono state eliminate;
  3. Tutto il materiale di laboratorio contaminato è stato sterilizzato;
  4. Cambio della busta monouso del recipiente di diluzione una volta al giorno;
  5. L'igiene è stata aumentata nel personale di prelievo e in quello di laboratorio, si è iniziato ad usare le mascherine monouso durante il lavoro di preparazione delle dosi seminali;
  6. Visite al centro verri e agli allevamenti per il campionamento dei materiali utilizzati nella fabbricazione delle dosi ogni 15 giorni, fino a che la situazione non fosse tornata alla normalità;
  7. Le dosi seminali rimanevano in magazzino al massimo 72 ore;
  8. Il problema del laboratorio fu risolto in 3 settimane, ma le peridite in scrofaia perdurarono per 10 settimane.

Il batterio era resistente all'antibiotico del diluente, come si osserva dall'antibiogramma nella tabella seguente. E' stata sollecitata l'aggiunta al diluente di molecole antibiotiche a cui la B. cepacia fosse sensibile.

Tabla 4. Antibiogramma-RG 131

Antibiotico Burkholderia cepacia
(acqua con diluente)
Burkholderia cepacia
(seme 88645 diluito)
Alone di inibizione Sensibilità Alone di inibizione Sensibilità
Amossicillina 10 mcg 6 mm R 6 mm R
Ampicillina 10 mcg 6 mm R 6 mm R
Apramicina 15 mcg 16 mm S 16 mm S
Ceftiofour 30 mcg 26 mm S 26 mm S
Colistina 10 mcg 6 mm R 6 mm R
Enrofloxacin 5 mcg 26 mm S 26 mm S
Spectinomicina+Lincomicina 100+9 mcg 14 mm R 14 mm R
Florfenicolo 30 mcg 16 mm I 16 mm I
Gentamicina 10 mcg 6 mm R 6 mm R
Neomicina 30 mcg 6 mm R 6 mm R
Norfloxacina 10 mcg >30 mm S >30 mm S
Penicillina G 10 um 6 mm R 6 mm R
Sulfazotrim 25 mcg (Sulfametazina+Trimetropim) 6 mm R 6 mm R

LEGENDA: S = Sensibile; R = Resistente; I = Intermedio

Metodo: Diffusione in agar
Riferimento : CLSI (Clinical And Laboratory Standards Institute)

Commenti sull'articolo

Questo spazio non è dedicato alla consultazione agli autori degli articoli, ma uno spazio creato per essere un punto di incontro per discussioni per tutti gli utenti di 3tre3
01-Apr-2012aurelioaurelioma con questa malettia come conviene trattarle le scrofe?
02-Apr-2012 333-italiaLa risposta la troviamo nell'articolo stesso. In fondo, i problemi di spurghi sono correlati a contaminazione e cariche microbiche elevate, nell'ambiente, seme, durante le operazioni di inseminazione, ecc.
07-Apr-2012 aurelio virgonevorrei porre una domanda a un esperto .....
ho avuto questo problema in azienda e ho trattato le scrofe con il mangime medicato e si e risanato un po il problema ... ora pero ho notato che alcune scrofe che avevano spurghi all'esterno precisamente nelle labra vulvarie ora che hanno partorito hanno fatto un 6 o 5 suinetti.... secondo voi questa riduzione di suinetti e stato dato sempre da questa infezione ?
Pubblica un nuovo commento

Per commentare ti devi registrare su 3tre3 ed essere connesso.

Prodotti associati al negozio on line

Il negozio specializzato in sunicoltura
Supporto e Servizio tecnico specializzato
Oltre 120 marchi e fabbricanti