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Efficacia e fattibilità delle strategie di controllo contro la peste suina africana

La peste suina africana (PSA) è un importante problema di sanità in suinicoltura. Rilevare o rallentare la propagazione della PSA richiede strategie di attenuazione che siano efficaci e pratiche. In base alle opinioni di 56 esperti di PSA, il presente studio ha identificato le strategie di vigilanza ed interventi per la PSA.

7 Marzo 2017
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In base alle opinioni di 56 esperti di PSA, il presente studio ha identificato le strategie di vigilanza ed interventi per la PSA che si percepiscono come le più efficaci per fornire la migliore combinazione tra efficacia e praticità.

Tra le 20 strategie di vigilanza che sono state identificate, si considerò che la vigilanza passiva dei cinghiali e la vigilanza sindromica della mortalità dei suini erano le strategie di vigilanza più efficaci per controllare la propagazione del virus della PSA. In Lettonia il 96,9% (31 di 32) degli allevamenti di suini infettati vennero rilevati mediante la vigilanza passiva, mentre il 2,1% venne rilevato mediante vigilanza attiva (Oļševskis ed altri, 2016). La vigilanza della malattia nei cinghiali venne considerata una strategia molto importante dato che questi furono i primi casi di PSA notificati nei paesi colpiti della UE (Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia) (Gavier-Widén ed altri, 2015). Allo stesso modo, il 71,4% (175 di 245) delle carcasse dei cinghiali furono notificati come positivi per la PSA in Lettonia, a fronte dell'1,5% (41 di 2.765) dei cinghiali cacciati (Oļševskis ed altri, 2016).

Tra le 22 strategie d'intervento che vennero identificate, l'abbattimento di tutti i capi degli allevamenti infetti e la proibizione della movimentazione per gli allevamenti vicini vennero considerate come le strategie d'intervento più efficaci. Il confinamento dei suini, la proibizione di alimentare i suini con residui alimentari e la restrizione dell'entrata per i visitatori negli allevamenti, anch'essi vennero considerate strategie d'intervento ottimali, probabilmente perchè rappresentano alcune delle principali cause di focolai negli allevamenti di suini. Per esempio, il 42,9% (12 di 28) ed il 57,1% (16 di 28) dei focolai primari in Lettonia vennero correlati con il contatto con cinghiali e l'alimentazione con resti alimentari, rispettivamente, mentre il 100,0% (4 di 4) dei focolai secondari vennero correlati con l'entrata di visitatori che avevano avuto contatti in precedenza con allevamenti infetti (Oļševskis ed altri 2016). Le misure di biosicurezza all'interno ed all'esterno degli allevamenti (come la pulizia a fondo e disinfezione delle installazioni, veicoli di trasporto e l'equipaggiamento del personale, così come le norme sanitarie e di sicurezza degli allevamenti, furono considerate ottimali, anche se il loro ruolo nell'introduzione del virus della PSA continua ad essere difficile da quantificare.

La vigilanza attiva e l'eliminazione delle carcasse dei cinghiali morti vennero classificate come le strategie di vigilanza ed intervento più efficaci, però vennero anche considerate le meno pratiche, il che suggerisce che si rendono necessarie ulteriori ricerche per sviluppare metodi più efficaci per controllare la PSA nelle popolazioni di cinghiali.

C. Guinat, T. Vergne, C. Jurado-Diaz, J. M. Sánchez-Vizcaíno, L. Dixon, D. U. Pfeiffer. Effectiveness and practicality of control strategies for African swine fever: what do we really know? Veterinary Record. Volume 180, Issue 4.

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