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Eliminazione e mantenimento di un allevamento indenne da PCV2 dopo un episodio di problemi riproduttivi dovuto a PCV2

In questo articolo si riassume un caso di eliminazione del PCV2 infettivo in una scrofaia.Il risultato è stato ottenuto solo con il depopolamento, un tentativo di produrre suinetti negativi al PCV2 attraverso la segregazione dei suinetti stessi al di fuori dell'allevamento non è riuscito. Il caso si riferisce all'episodio di calo riproduttivo associato a PCV2 comparso in un sito negativo al PCV2 nell'Iowa nel 2009.

28 Febbraio 2012
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I segnali clinici erano limitati ad un aumento di feti mummificati. Dopo la conferma delle lesioni associate a PCV2 nei feti e in presenza di viremia nelle madri, si è deciso di depopolare l'allevamento, dopo un tentativo di segregazione dei suinetti fuori dell'allevamento, con lo scopo di produrre in seguito, dopo la stabilizzazione della scrofaia, suinetti negativi, e che non ha dato i risultati sperati. La pulizia e disinfezione delle strutture prima del ripopolamento includevano la rimozione completa del materiale organico, l'esposizione a raggi UV naturali, applicazioni ripetute di disinfettanti, tinteggiatura sulle superfici porose. L'allevamento è rimasto vuoto per 63 giorni, periodo in cui sono state eseguite le misure di pulizia e disinfezione. L'allevamento è stato ripopolato con animali negativi che sono rimasti tale durante almeno 20 mesi, fino alla redazione del presente articolo.

Secono i risultati ottenuti, la combinazione del protocollo di ripetute disinfezioni e pulizia , aggiunto ad un protocollo stretto di biosicurezza possono dare stabilità di animali negativi a PCV2 in un allevamento precedentemente contaminato. Invece la sola segregazione dei suinetti non è stata sufficiente per produrre suinetti negativi.

Patterson AR, Madson DM, Schalk SD, et al. Establishment and maintenance of a porcine circovirus type 2 (PCV2)-free breeding herd on a site that experienced a natural outbreak of PCV2-associated reproductive disease. J Swine Health Prod. 2011;19(3):165?174.

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