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Aspetti clinici della PRRS: fase epidemica e fase endemica

In zone ad elevata densità suinicola, una buona parte degli allevamenti sono infetti endemicamente. In queste situazioni il gruppo a rischio per eccellenza è quello delle scrofette.

23 Dicembre 2014
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Articolo

Porcine Reproductive and Respiratory Syndrome (PRRS) with special reference to clinical aspects and diagnosis. A review. G. Nodelijk 2002. Veterinary Quarterly; 24(2): 95-100

Riassunto dell'articolo

Cosa si studia?

Questo articolo fa una revisione dei principali aspetti clinici e diagnostici della PRRS: commenteremo solamente gli aspetti clinici. La malattia ha due fasi ben distinte: epidemica ed endemica.

Fasi epidemica

In questa fase il PRRSv si caratterizza da importanti danni riproduttivi durante 1-3 mesi. A causa dell'infezione, le scrofe mostrano anoressia, conosciuta anche come "anoressia progressiva". A volte sono presenti sintomi respiratori, febbre o anche morte.

I problemi tipici della riproduzione sono: aborto, parto prematuro, maggior numero di nati morti, mortalità fetale con o senza mummificati e mortalità neonatale. Inoltre alcuni autori hanno descritto cianosi delle orecchie, addome e vulva.

Nei suinetti svezzati e negli ingrassi, il quadro clinico consiste in: malattia respiratoria, aumento della mortalità e scarso accrescimento; inoltre con frequenza sono presenti infezioni secondarie che aggravano la situazione. Le infezioni da PRRSv normalmente sono età-dipendenti, ossia è più grave nelle fasi più precoci come lo svezzamento che in ingrasso, dove le forme cliniche sono spesso subcliniche.

Fase endemica

Il PRRSv può persistere negli allevamenti infetti per anni: la maggior parte dei paesi produttori si trova nella fase endemica della malattia. Dal momento in cui il PRRSv si presenta in forma endemica , è comune osservare perdite riproduttive, aumento dei problemi respiratori e scarsi risultati produttivi in ingrasso.

Ci sono pochi studi di campo sul decorso endemico della malattia, ma si considera che la maggioranza degli episodi di PRRS si presenti in forma subclinica senza grande influenza sui parametri produttivi. Nelle scrofe non esposte, si osservano perdite riproduttive periodicamente.

Negli allevamenti colpiti, i problemi associati alle malattie respiratorie, conosciuti come PRDC, si osservano principalmente in svezzamento e magronaggio. In questi casi, esiste un'incidenza superiore rispetto alle infezioni secondarie presenti, determinando una diminuzione degli accrescimenti ed aumento della mortalità.

Quali conclusioni si estraggono da questo studio?

Durante la fase epidemica della malattia possiamo osservare che le perdite riproduttive importanti durano da 1-3 mesi, ma quando questa si presenta in forma endemica i sintomi possono essere subclinici. Indubbiamente, le scrofe non esposte e sensibili possono mostrare perdite riproduttive in un modo costante in allevamento.

I suinetti ed i grassi infetti con il virus PRRS mostrano malattia respiratoria, aumento della mortalità e lento accrescimento. Spesso i danni da PRRSv vengono aggravati da infezioni secondarie, conosciute come PRDC. In questi casi, esiste un'incidenza superiore rispetto alle infezioni secondarie presenti , determinando una diminuzione degli accrescimenti ed aumento della mortatlità.

Enric MarcoLa visione di campo di Enric Marco

Nonostante questo studio possa già essere considerato vecchio (oltre 10 anni), la descrizione della sintomatologia dell'infezione epidemica del virus PRRS è molto attuale. Anche la durata del quadro clinico non è cambiata, qualsiasi sia il tipo di gravità dell'episodio: 1-3 mesi.

Oggi le situazioni epidemiche sono, forse, meno frequenti, dato che in zone ad elevata densità suinicola, buona parte degli allevamenti sono infetti in modo endemico. Ed è per questo motivo che dobbiamo preoccuparci della comparsa di subpopolazioni negative all'interno del gruppo che possono infettarsi tornando a generare nuovi quadri clinici. Quando questo accade, i problemi diventano periodici, aumentando così l'impatto economico, producendo veri mal di testa ad allevatori e tecnici. Il gruppo di rischio per eccellenza è sempre il gruppo delle scrofette, perchè normalmente la loro origine è esterna ed arrivano negative per assicurarsi che non introducano nuovi ceppi del virus della PRRS o, nel caso dell'auto rimonta, perchè possono arrivare a perdere la protezione nelle fasi di accrescimento producendo alla fine lo stesso problema. Questo è il motivo per il quale l'immunizzazione di questi gruppi prima di introdurli nella dinamica produttiva dell'allevamento è imprescindibile. Per questo, usiamo distinte metodologie (contatti con soggetti viremici, utilizzo di vaccini vivi o inclusa la siero-infezione), però sempre cercando lo stesso obiettivo: far sì che le scrofette abbiano contatto con il virus e che pertanto sviluppino difese recenti, che però non eliminino virus. Questo stadio è quello che ci permette di introdurle nel parco scrofe senza il rischio di produrre nuove ricircolazioni.

L'adattamento delle scrofette è un elemento cruciale per evitare la ricircolazione del virus della PRRS negli allevamenti positivi, e di conseguenza, evitare così la produzione di suinetti viremici che sono i responsabili della generazione dei problemi respiratori nelle fasi successive. Naturalmente, quando parliamo del controllo del movimento del virus all'interno di un allevamento infetto, conviene non dimenticare di assumere una gestione dei lotti inflessibile. In questa maniera, quando incominciamo a produrre lotti dove non ci sono soggetti eliminatori, questi arriveranno ad essere negativi: così dobbiamo evitare la loro infezione e di conseguenza i danni che potrebbero comportare. Questa gestione dei lotti non solo deve contemplare la separazione fisica degli stessi fino ad evitare il contagio tra di loro, ma per esempio, anche attraverso l'uso di aghi contaminati.

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