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È tempo di ripensare i protocolli di monitoraggio contro il Mycoplasma per l'introduzione delle scrofette negli allevamenti di scrofe negative

I protocolli di monitoraggio tradizionali per il Mycoplasma hyopneumoniae non dovrebbero diventare una tradizione. In questo articolo, gli autori condividono la loro posizione, basata sulla ricerca sul campo, su un protocollo di monitoraggio aggiornato con maggiore precisione diagnostica...

23 Ottobre 2020
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Monitoraggio delle malattie nelle scrofette da rimonta

Le scrofette da rimonta sono letteralmente "sangue nuovo" per le scrofaie e sono essenziali per la produttività degli allevamenti di scrofe, fornendo il progresso genetico e mantenendo la distribuzione delle parità ( scrofe con numero di parti). Tuttavia, rappresentano anche un rischio di ingresso di agenti patogeni (anche negli allevamenti con maggior biosicurezza) a causa della loro frequente introduzione, diffusa durante tutto l'anno, negli allevamenti di scrofe riceventi. Diversi agenti patogeni di grande importanza, tra cui il Mycoplasma hyopneumoniae (M. hyopneumoniae, generalmente denominato micoplasma ), si trasmettono principalmente attraverso il contatto diretto tra suini infetti e suscettibili. Pertanto, le pratiche di biosicurezza, inclusi diversi periodi di isolamento e test di monitoraggio, vengono regolarmente implementate nelle popolazioni di scrofette da rimonta per aiutare a prevenire le malattie. In generale, i protocolli di monitoraggio sono progettati per valutare accuratamente lo stato di salute di una popolazione e rilevare precocemente e attivamente agenti patogeni specifici. Pertanto, il monitoraggio delle malattie è la spina dorsale di un solido programma di biosicurezza.

Strategie attuali per il monitoraggio del M. hyopneumoniae e loro possibili limiti

Per il monitoraggio del micoplasma vengono raccolti campioni di sangue, individuali e fluidi orali, a livello di box, e di solito vengono analizzati rispettivamente per la rilevazione di anticorpi e materiale genetico. I campioni di sangue e fluidi orali sono stati i tipi di campione più ampiamente utilizzati fino ad oggi, in gran parte grazie alla facilità di raccolta e del fatto che gli stessi tipi di campioni possono essere utilizzati per rilevare più agenti patogeni, come il virus della sindrome riproduttiva e respiratoria suina e quello della diarrea epidemica suina, per i quali dovrebbero essere testate anche le scrofette. L'uso di campioni di sangue e fluidi orali per il test del micoplasma massimizza l'utilizzo di tempo e impegno nel programma di monitoraggio. Sebbene possa sembrare un vantaggio, ciò ha portato all'uso di routine di campioni clinici che potrebbero non essere ottimali per il rilevamento del M. hyopneumoniae, specialmente durante le prime settimane dopo l'infezione.

D'altra parte, diversi studi negli ultimi anni hanno segnalato che il rilevamento del micoplasma nei suini vivi è estremamente sensibile al tempo dopo l'infezione iniziale ed alla variazione nei campioni clinici. Tali informazioni sollevano diverse domande sull'accuratezza degli attuali protocolli di monitoraggio e sulla loro capacità di rilevare una recente infezione da micoplasma in una popolazione naïve di scrofette.

Nel tentativo di valutare le sfide del rilevamento del micoplasma in condizioni simili a quelle trovate sul campo, il nostro team di ricerca ha progettato uno studio volto a ricreare protocolli comuni di monitoraggio per testare le scrofette prima della loro introduzione negli allevamenti di scrofe. Nello studio sono stati inclusi anche altri tipi di campioni e analisi che possono essere considerati all'avanguardia per la rilevazione del M. hyopneumoniae.

Un modello di trasmissione naturale del micoplasma tra scrofette

Una scrofetta naturalmente infetta da M. hyopneumoniae è stata posta in un box, ospitato da un gruppo di scrofette naïve della stessa età (n = 30 in totale) per otto settimane. La scrofetta naturalmente infetta era nella fase iniziale dell'infezione e la sua identificazione è stata modificata dopo l'introduzione (in questo modo nemmeno i ricercatori potevano distinguere tra le scrofette naïve e quella infetta, evitando qualsiasi distorsione nel campionamento). I campioni sono stati raccolti da tutte le scrofette diverse settimane dopo il contatto (Figura 1). In ogni evento di campionamento sono stati raccolti , cateteri tracheali profondi, tamponi laringei e campioni di sangue (deep tracheal catheters, laryngeal swabs, and blood samples) da ogni scrofetta in forma individuale, assieme ad un campione di fluido orale per box. Inoltre, sono stati raccolti tamponi bronchiali individuali (individual bronchial swabs) alla fine dello studio per confermare l'infezione. La presenza di anticorpi specifici contro il M. hyopneumoniae è stata valutata in campioni di sangue mediante ELISA, mentre il rilevamento di materiale genetico in tutti gli altri campioni è stato valutato mediante PCR in tempo reale.

Figura 1. Un modello di infezione naturale è stato utilizzato per valutare il rilevamento di Mycoplasma hyopneumoniae dopo il contatto con una scrofetta infettiva. Asse X: settimane dopo il contatto. I campioni sono stati raccolti in scrofette dal giorno 0 a 8 settimane dopo il contatto.
Figura 1. Un modello di infezione naturale è stato utilizzato per valutare il rilevamento di Mycoplasma hyopneumoniae dopo il contatto con una scrofetta infettiva. Asse X: settimane dopo il contatto. I campioni sono stati raccolti in scrofette dal giorno 0 a 8 settimane dopo il contatto.

Nessuna sorpresa nella rilevazione del micoplasma

Come previsto, la trasmissione del M. hyopneumoniae tra scrofette naïve è avvenuta lentamente e la maggior parte dei campioni clinici in scrofette naïve è risultata negativa per il patogeno, specialmente durante le prime settimane dopo il contatto con la scrofetta infetta (vedere figura 2 ). Solo dopo otto settimane, 8 delle 29 scrofette naïve sono state infettate da micoplasma. A sei settimane dopo il contatto, una scrofetta non trattata è risultata positiva al micoplasma con i cateteri tracheali profondi e tamponi laringei e solo otto settimane dopo il contatto questa scrofa appena infettata è risultata positiva agli anticorpi con ELISA. E' importante notare che i fluidi orali sono rimasti negativi per tutte le 8 settimane dello sperimento, indipendentemente dal fatto che 1 scrofetta positiva era parte del gruppo di campionamento.Nonostante la positività tramite cateteri tracheali profondi e/o tamponi laringei delle scrofette infette naturalmente, la sieroconversione è risultata ritardata, comparendo solo per la prima volta dopo 6 settimane post-infezione.

Figura 2. Proporzione di scrofette positive per contatto di Mycoplasma hyopneumoniae in base al tipo di campione e al tempo dopo il contatto con una scrofetta infettiva.
Figura 2. Proporzione di scrofette positive per contatto di Mycoplasma hyopneumoniae in base al tipo di campione e al tempo dopo il contatto con una scrofetta infettiva.

Opportunità per ottimizzare i protocolli di monitoraggio del micoplasma

A seguito dei risultati di questa indagine, il messaggio è molto chiaro: il tempo dopo l'esposizione e il tipo di campione utilizzato per il test per il M. hyopneumoniae sono cruciali e influenzeranno in modo significativo la capacità di rilevare questo patogeno. I campioni raccolti dal tratto respiratorio inferiore, ad esempio i cateteri tracheali profondi, hanno offerto la massima sensibilità tra i tipi di campione. Sapendo che un programma di monitoraggio completo è fondamentale per prevenire focolai di malattie negli allevamenti di scrofe, è fondamentale che i professionisti veterinari rivedano i protocolli esistenti e li rielaborino sulla base delle informazioni diagnostiche più aggiornate. I protocolli di monitoraggio tradizionali non dovrebbero diventare una tradizione immutabile. I professionisti dei suini possono fare affidamento sulla ricerca sul campo per migliorare la loro strategia per la prevenzione della malattia da micoplasma.

Questo studio è stato finanziato dal Minnesota Pork Board e Pork Checkoff.

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