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Migliorando la qualità ambientale si controlla la sindrome del Complesso Respiratorio Suino

La polmonite batterica è la principale causa di morte in episodi di CRS, ma il ritardo di accrescimento, la presenza di suini di "seconda" e l'aumento dei costi di trattamento, sono problemi economici derivati.

Il Complesso Respiratorio Suino (CRS) è il risultato di una serie complessa di fattori: infezioni, ambiente e sistema immunitario talvolta geneticamente insufficiente. In Italia, come in altri paesi, la polmonite rappresenta un problema per l'industria suinicola causando importanti perdite economiche, principalmente associate alla riduzione dell'incremento medio giornaliero (IMG) e all'indice di conversione negli animali colpiti.

Tra i patogeni coinvolti nel CRS,  Mycoplasma hyopneumoniae ha un ruolo chiave nello sviluppo delle lesioni prodotte da questa sindrome multifattoriale per la sua capacità di indurre infezioni batteriche secondarie. Di fatto, la polmonite batterica è la principale causa di morte in episodi di CRS, ma il ritardo di accrescimento, la presenza di suini di "scarto" e l'aumento dei costi di trattamento, sono problemi economici derivati.


Figura 1. Un caso di CRS acuta in un suino in ingrasso. L'essudato mucoso nasale indica la presenza di complicazione batterica.

La vaccinazione combinata con la medicazione strategica è un metodo efficace per ridurre la malattia clinica associata all'infezione da M. hyopneumoniae, ma non impedisce la colonizzazione da parte dei mycoplasmi presenti nel tratto respiratorio. Un intervento completo ed efficace deve basarsi nel miglioramento delle condizioni ambientali per migliorare le difese naturali dell'ospite e per massimizzare l'efficienza delle soluzioni applicate.


Figura 2. Lesioni tipiche di una polmonite complicata con mycoplasma in un suinetto svezzato.

Migliorare la qualità dell'aria dei ricoveri è diventata una priorità nella produzione dei suini moderna e l'uso di bioattivatori può essere una possibilità molto vantaggiosa. I bioattivatori sono composti che contengono enzimi e colture batteriche selezionate: questa miscela è capace di ridurre lo sviluppo di composti volatili organici (CVO) responsabili delle emmissioni odorose del liquame e della produzione di ammoniaca.

I CVO provengono da una variazione dell'ecosistema batterico delle deiezioni che possono alterare il processo normale di degradazione dei composti organici e modificare l'equilibrio della microflora aumentando proprio la produzione di ammoniaca.

La superficie mucosa del tratto respiratorio normalmente è ricoperta da un muco acquoso. Molti gas (come l' NH3) son altamente solubili in acqua, per cui possono passare dall'aria inspirata al muco che ricopre il tratto respiratorio. Questo passaggio è potenziato dalle polveri in sospensione presenti nell'aria.

Una concentrazione di ammoniaca tra 15 -25 ppm può essere accettabile in ingrasso, mentre 50ppm causano alterazioni mucociliari, causando tosse, a volta dispnea e riducendo l'incremento di peso.

L'efficacia dei bioattivatori è già stata dimostrata per la riduzione delle emmissioni dei biogas del liquame, in particolare dell'ammoniaca. Si possono utilizzare in forma di aerosol o di polvere da applicare sulle superfici, secondo le raccomandazioni prescritte. In questo modo, l'uso regolare e programmato durante il periodo di ingrasso riduce la concentrazione di ammoniaca nell'aria in allevamento, diminuendo le perdite derivanti dal CRS.

Durante uno studio realizzato in Italia con gruppi trattati con bioattivatori nei confronti di gruppi controllo di suini portati a pesi elevati di macellazione, l'effetto della concentrazione ridotta di ammoniaca  (tra 5 e 8 ppm) è stato chiaramente associato ad un minor punteggio dei polmoni al macello (1,94 vs 2,32) e pesi medi più elevati (165,7 e 166,3 kg) nonostante l'elevata sieroprevalenza in sede di macellazione che confermava la presenza e la circolazione di M. hyopneumoniae.

Risultati migliori sono stati ottenuti con l'applicazione di bioattivatori in aerosol in allevamenti dove in precedenza sono stati usati sottoforma di polvere, con il pavimento totalmente in grigliato: l'applicazione dei bioattivatori in entrambe le presentazioni ha migliorato le performance e l'uniformità dei suini. Di conseguenza, il miglioramento della qualità ambientale ha anche diminuito la mortalità. I risultati completi di questa esperienza sono dettagliati nella tabella seguente.

Le prestazione, le performance migliori sono state raggiunte quando i suini erano mantenuti su grigliato, spiegato dal fatto che la bioattivazione aumenta la propria efficacia sull'ammoniaca perché con le fosse piene di liquami. Questo risultato potrebbe essere una conseguenza dall'elevata presenza di ossigeno quando i bioattivatori sono applicati sul pavimento. Di fatto questi composti sono più efficaci in condizioni di anaerobiosi, che si realizzano nelle fosse di liquami.

Gruppo Pavimento Trattamento di bioattivazione Mortalità % Sieroprevalenza (%) NH3
(ppm)
Punteggio polmonare Peso medio alla macellazione
1 Grigliato nessuno 2 57 30 4.76 162,30
2 Grigliato polvere 0,5 83 5 2.32 166,30
3 Grigliato polvere+ liquido 0,8 93 8 1.94 165,70
4 Pieno/ Grigliato polvere + liquido 0,7 87 12 2.90 159,86
5 Pieno/ Grigliato polvere 1,3 79 20 3.20 158,16

Sieroprevalenza, punteggio polmonare, qualità dell'aria e performance in gruppi trattati con bioattivatori rispetto al gruppo controllo (tutte le differenze sono statisticamente significative).

Il costo del trattamento di bioattivazione è di 0,02 €/kg per suini di 160 kg e 10 mesi di vita.

La qualità ambientale continua ad essere la pietra miliare della prevenzione delle malattie respiratorie e delle conseguenze produttive. Si ottiene un ambiente adeguato agli animali solamente attraverso il miglioramento della qualità dell'aria con la riduzione della concentrazione di ammoniaca,e i bioattivatori possono essere di grande aiuto.

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