TwitterLinkedinWhatsAppTelegramTelegram
0
Leggere questo articolo in:

Piggly: allevamento sostenibile dal punto di vista ambientale, produttivo, del benessere ed economico

Siamo andati a visitare l'azienda di Sergio Visini. Un modello per il Made in Italy da replicare...

16 Gennaio 2023
TwitterLinkedinWhatsAppTelegramTelegram
0

Cosa ci si può aspettare da un bresciano dalle parti di "Franciacorta" traslocato nei paraggi di Pegognaga, Provincia di Mantova?... Sergio Visini, di famiglia di agricoltori (mai avuto contatti con il mondo dei suini...), Laureato in Economica e Commercio, ha voluto replicare la "Formula del vino di Franciacorta". E così è nata Piggly, società che ha la proprietà di un allevamento di 850 scrofe in Veneto e di 11.000 capi di svezzamento-ingrasso a Pegognaga. La scrofaia, che non è oggetto di questa intervista, è stata ristrutturata quasi completamente ed il Sito 2+3 è stato fatto ex nuovo con interventi insoliti e di grande impatto estetico.

Subito bisogna iniziare specificando che l'allevamento è praticamente a impatto "Zero Carbon footprint", ed è proprio da qui che inizia il progetto nel 2012: prima sono state costruite le tettoie del fotovoltaico ( 2 volte 1 megawatt, poi i capannoni...sotto!) ed a fianco il biogas (637 Kw). L'investimento iniziale è servito a finanziare le successive costruzioni partendo con gli ingrassi, concluso con i 3 capannoni di svezzamenti nel 2017 completamente su paglia, inoltre l'allevamento è "antibotic free dalla nascita": i suini trattati sono identificati con marca auricolare e rappresentano circa il 2% della produzione. Partiamo con le domande

Dal punto di vista ambientale...come si è riusciti ad abbassare notevolmente la Carbon FootPrint?

Semplice:

  • l'utilizzo di energia elettrica per l'allevamento è bassissimo, non ci sono ventilatori o altra attrezzatura energivora. Alla fine, solamente il 10% circa viene usata in allevamento, il resto va in rete.
  • Il biogas è protagonista per oltre il 70% della diminuzione delle emissioni, solamente l'energia termica viene indirizzata per l'allevamento, il resto va tutto in rete. Inoltre, il digestato prodotto viene utilizzato nei nostri terreni, non acquistiamo concimi chimici.

Sergio, come viene gestito lo svezzamento su paglia, un tema che "spaventa" molti allevatori?

Innanzitutto vorrei dire che inizialmente avevo molti dubbi sulla paglia e su un sistema completamente a ventilazione naturale in questa fase così delicata dei suinetti, ho scommesso sui miei obiettivi: fare un prodotto di qualità con il rispetto dell'ambiente, a basso costo energetico e con forti connotazioni sul benessere animale che potesse impressionare positivamente il consumatore più esigente... Dal punto di vista tecnico, la paglia va tagliata a "coltello" durante la pressatura, non più lunga di 10 cm su una quantità giornaliera pari a 200 gr capo, media dall'inizio alla fine. Per la pulizia, abbiamo costruito un ambiente di facile gestione, dove i suinetti possono essere completamente esclusi in modo di permettere la pulizia che viene fatta 1 volta alla settimana nelle prime 2-3 settimane e 2 volte la settimana quando sono più grossi (possono arrivare fino a 40 kg in questa fase). Servono 2 persone ed una pala meccanica per queste operazioni di pulizia che lavorano ogni volta per circa 1 ora. L'elevata sanità ci permette di spendere molto meno tempo con le cure. In questa fase, gli incrementi giornalieri raggiungono c. 600gr/capo/giorno. Il costo della paglia e gestione è pari a 2,5 euro/capo. Un dettaglio importante è la temperatura: inizialmente avevamo "paura" del freddo, invece oggi, dopo vari esperimenti, ci siamo assestati a 20°C in inverno (è presente un radiatore di calore che sfrutta l'energia termica del biogas) con la paglia non serve avere elevate temperature, oltre a trarre vantaggio da un ricambio d'aria più importante, abbiamo 6 metri di altezza sul fronte più alto. (foto 1 e 2)

Svezzamento 1 falda
Svezzamento 1 falda
Interno del capannone svezzamento 6-40 kg
Interno del capannone svezzamento 6-40 kg

Chi visita l'allevamento non gli sembra che ci siano suini all'interno.....come hai fatto?

Come vedi, mi sono rivolto ad un architetto non specializzato nel mondo zootecnico, che mi ha suggerito l'uso di materiali molto resistenti e di aspetto estetico molto gradevole. Le corsie esterne sono chiuse, sia per favorire un contenimento del caldo sia per un aspetto visivo di pulizia. In più tra tutti i capannoni c'è il prato verde che aiuta a diminuire le temperature interne durante l'estate: un addetto esterno se ne occupa per tenere tutto in ordine. Poi, dal punto di vista uditivo...sono così tranquilli i suini che non sentiamo nulla dall'esterno...solo quando mangiano i grassi!! (Foto 3,4,5). I problemi di morsicatura alla coda sono praticamente assenti.

I capannoni sono tutti numerati...non ci si può sbagliare..
I capannoni sono tutti numerati...non ci si può sbagliare..
Corsia Esterna dei capannoni dei grassi
Corsia Esterna dei capannoni dei grassi

Come sono i capannoni dei grassi? La paglia non intasa gli impianti?

Internamente sono normalissimi, logicamente diamo più spazio ( 1, 25 m²/capo) e abbiamo costantemente la paglia su ogni box, offerta con il "porta paglia" (foto 6 e 7), anche in questo caso, l'altezza massima è di 6 metri, tutti i capannoni (compreso quello dei suinetti piccoli) è ad una falda. Il pavimento pieno, molto isolato all'interno e grigliato nella corsia esterna, anche la parete a Sud è molto coibentata ( tutti i capannoni sono disposti ad orientamento est-ovest). Periodicamente utilizziamo, attraverso atomizzazione, un pool di batteri della famiglia Bacillus per abbassare gli odori e l'ammoniaca, spruzzati direttamente sugli animali, sulle feci, sul pavimento in tutti i reparti ed è di grande aiuto per tenere lontani insetti e mosche in generale, evitando l'uso di insetticidi. Per quanto riguarda la paglia, lo svuotamento regolare, settimanale delle deiezioni di ogni capannone attraverso un sistema di vacuum cleaner e le tubature con diametri idonei, evita qualsiasi tipo di problematiche di intasamento, oltre a diminuire i livelli di ammoniaca, la frequenza settimanale favorisce la fluidità.

Paglia nel dispenser per i grassi
Paglia nel dispenser per i grassi
Grassi su pavimentazione continua
Grassi su pavimentazione continua

Utilizzi qualche tecnologia particolare? Come hai abbassato così tanto le emissioni?

Sinceramente no, abbiamo solamente in tutti i capannoni, i sensori per l'ammoniaca, la CO2, la temperatura e l'umidità che sono monitorati costantemente in tempo reale (foto 8). L'alimentazione dei grassi è liquida e quella dei suinetti a secco a volontà. Ovviamente l'impianto fotovoltaico e del biogas sono sempre collegati in modo di avere sempre sotto controllo qualsiasi aspetto della produzione di energia...Alla fine "emettiamo" solamente 1,06 kg di CO2/ kg di peso vivo...contro una media degli allevamenti convenzionali stimata in 5,50 kg di CO2/Kg di peso vivo prodotto

Sensori su tutti i capannoni
Sensori su tutti i capannoni
Biogas
Biogas

Per concludere .... i conti economici tornano??...

Direi proprio di si: con un investimento iniziale del 30% superiore al sistema tradizionale e con un corretto riconoscimento del mercato con i premi assegnati a questa tipologia di suini...

Commenti sull'articolo

Questo spazio non è dedicato alla consultazione agli autori degli articoli, ma uno spazio creato per essere un punto di incontro per discussioni per tutti gli utenti di 3tre3
Pubblica un nuovo commento

Per commentare ti devi registrare su 3tre3 ed essere connesso.

Prodotti associati al negozio on line

Il negozio specializzato in sunicoltura
Supporto e Servizio tecnico specializzato
Oltre 120 marchi e fabbricanti

Articoli correlati

I 10 articoli più letti nel 2023

22-Gen-2024

Vediamo cosa gli italiani hanno letto di più...come altri anni, il tema "mercato" attira. Un articolo che è comparso in TUTTE le nostre webs nei primi 10 riguardava lo "split nursing"...