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Trasmissione, controllo e prevenzione della PRRS

L'infezione con il virus PRRS si può considerare comune in zone ad elevata densità suinicola ed è molto frequente pensare che in questi casi la biosicurezza possa fare ben poco. Tutt'altro che vero: è importante evitare l'entrata di nuovi ceppi!!.

6 Febbraio 2015
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Articolo

Porcine reproductive and respiratory syndrome virus. Jenny G. Cho, Scott A. Dee. 2006; Theriogenology 66 (2006) 655–662. doi:10.1016/j.theriogenology.2006.04.024

 

Riassunto

Di cosa si tratta?

Questo articolo spiega come il virus PRRS può essere trasmesso tra ed intra-allevamenti, proponendo strategie di interventi che possano prevenire la sua diffusione.

 

I risultati?

Il virus, con disinvoltura, è capace di sopravvivere fuori dall'ospite e all'influenza della temperatura, ph ed esposizione ai detersivi. In acqua sopravvive per oltre 11 giorni e nel liquame oltre 7 giorni.

Le vie dirette di trasmissione del PRRSv tra popolazioni suine includono suini infetti e seme contaminato. Nel seme suino infettato sperimentalmente, il virus è rilevato fino a 43 giorni dopo l'infezione e l'RNA virale fino a 92 giorni. I suinetti infetti che entrano in svezzamento continuano a diffondere il virus, infettando suini di maggiori età.

Le vie di trasmissione indirette del PRRSv tra suini includono: contaminazione di indumenti ed aghi. Stabilire protocolli adeguati (doccie, cambio di abbigliamento, stivali, vuoto sanitario, gestione degli aghi e doppio imballagio di prodotti) riduce la diffusione del virus.

I veicoli di trasporto sono un altro fattore di rischio: per ridurre in modo più efficace si deve combinare la disinfezione con l'asciugamento; tuttavia, non si osserva differenza di efficacia tra i disinfettanti utilizzati.

E' stato descritto il trasporto del virus PRRS da insetti in zone agricole fino a 2,4 km dopo il contatto con una popolazione infetta. La trasmissione via aerosol può dipendere dalla virulenza del ceppo, per cui può essere utile filtrare l'aria come implemento della biosicurezza. E' stata indagato anche il ruolo di volatili e mammiferi nella trasmissione: questi animali non furono considerati in grado di agire come vettori meccanici.

E'  importante assicurare l'adattamento delle scrofette prima dell'entrata in allevamento. Questo implica l'esposizione delle scrofette negative ai ceppi specifici presenti nell'allevamento di destinazione per impedire la formazione di subpopolazioni sieronegative. I metodi per realizzare l'esposizione sono: vaccinazione, sieroinoculazione, contatto con suini infetti con sintomatologia clinica, feed-back con siero o tessuti di suini infetti dell'allevamento.

 

Conclusioni?

Per controllare il PRRSv, devono essere ben identificati alcuni punti critici ed agire su di loro. Questi fattori includono la co-esistenza di ceppi geneticamente diversi, la presenza di subpopolazioni non esposte nelle fasi di accrescimento ed una corretta gestione dell'entrata delle scrofette.

Ci sono vari metodi di eradicazioni che si sono dimostrati efficaci per l'eliminazione del PRRSv da allevamenti positivi: a)depopolamento/ripopolamento dell'allevamento positivo; b) controllo dei positivi ed eliminazione; c) chiusura temporale dell'allevamento.

 

Enric MarcoIl punto di vista di Enric Marco

Considerando che l'infezione dal virus PRRS è comune in zone ad elevate densità suinicola (vome visto nell'articolo precedente) è  molto frequente pensare che la biosicurezza poco possa fare. Tuttavia, a causa della grande variabilità genetica che ha questo virus, possiamo trovare allevamenti che abbiano sofferto più "rotture" con virus distinti nel tempo. E' per queso motivo che indipendentemente dallo stato sanitario è necessario applicare un corretto protocollo di biosicurezza.

La revisione bibliografica che realizza questa pubblicazione sulle conoscenze attuali della trasmissione del virus, ci permettte di stabilire le principali caratteristiche che dovranno essere prese in considerazione affinchè questa sia efficace nei confronti del virus PRRS. Il primo passo nella pianificazione di protocolli sanitari sarà la corretta definizione della zona che si definisce "allevamento" (zona pulita), con identificazione delle entrate ed uscite specifiche per persone, materiali di consumo ed animali. Esattamente nei punti di accesso ed uscite che dovranno essere applicate misure aggiuntive che permettono di ridurre il rischio di entrata di una nuova infezione.

Biosicurezza esterna

  • Entrata di persone: L'allevamento dovrà disporre di un spogliatoio con chiara distinzione tra zona pulita e zona sporca. Per passare in zona pulita i visitatori devono cambiare l'abbigliamento e le calzature, lavarsi le mani o indossare guanti (nei casi in cui la doccia non sia obbligatoria).
  • Materiali: l'uso di doppi imbalaggi, che permettono di introdurre solamente l'imbalaggio interno possono essere sufficienti per ridurre la possibilità che questi possono diventare vettori di virus.
  • Entrata di materiale genetico: (che siano animali o seme). Il miglior modo di assicurare che non siano introdotti ceppi nuovi di virus PRRS è introdurre sempre suini o dosi seminali provenienti da allevamenti negativi. Nel caso dell'entrata di scrofette, dobbiamo sottoporle ad un periodo di adattamento di almeno 90 giorni in una quarantena isolata dall'allevamento. Durante questo periodo le scrofette devono essere esposte al virus per via vaccinazione o con l'infezione naturale, dando il tempo sufficiente affinchè l'elminazione sia completata, evitando che compromettano l'equilibrio dell'allevamento dopo l'entrata.
  • Mezzi di trasporto suini: L'ideale è poter controllare lo stato di pulizia e disinfezione dato che secondo l'articolo, assicurare l'asciugamento tra i carichi è il miglior metodo per evitare che i residui si convertino in potenziali contaminanti. Se questo non è possibile (come capita spesso), il più sicuro è considerarli sporchi e pertanto disporre di una rampa di carico abbastanza lunga che protegga l'allevamento.
  • Sappiamo che il virus PRRS può essere trasmesso anche attraverso insetti, volatili o semplicemente l'aria. L'applicazione di filtri negli allevamenti sembrava una tecnica promettente, ma secondo l'articolo, i filtri funzionano bene solamente se sono di ottima qualità (HEPA). Tuttavia, se non si dispone di filtri, si deve almeno impedire l'entrata di volatili con le reti anti-passeri, e disinfestare periodicamente.

 

Biosicurezza interna

Oltre alla biosicurezza esterna (quella che ci protegge dall'entrata di nuove malattie o ceppi nuovi), gli allevamenti positivi prrs non possono dimenticarsi delle misure di biosicurezza interne. La biosicurezza interna dovrebbe contenere la movimentazione del virus all'interno dell'allevamento, potendo addirittura evitare la trasmissione tra lotti diversi, per cui l'igiene nell'uso degli aghi o di altro materiale (deve essere specifico per ogni banda/lotto) è un punto chiave.

 

Eliminazione del virus

La Sindrome Respiratoria e Riproduttiva dei Suini (PRRS) è una delle malattie di maggior impatto nella produzione suinicola di oggi; per questo motivo, si sono sviluppati diversi sistemi che si sono dimostrati efficaci nell'eliminazione della malattia : "testaggio e rimozione oppure in inglese test and removal" dei soggetti positivi oppure la "chiusura dell'allevamento oppure in inglese Herd Closure", ma non dobbiamo dimenticare che data la facilità del virus di trasmettersi all'interno di zone ad elevata densità suinicola, i piani di eliminzione devono essere realizzati in modo collettivo e non essere molto ambiziosi.

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