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Rassegna Suinicola: trampolino verso la ripresa

Rassegna Suinicola Internazionale di Reggio Emilia, che come ogni anno dispari avrà luogo presso il Centro fieristico di via Filangeri, con inizio il 18 aprile 2013.

3 Febbraio 2013
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Trampolino verso la ripresa

Procedono a spron battuto i lavori per la messa a punto finale della Rassegna Suinicola Internazionale di Reggio Emilia, che come ogni anno dispari avrà luogo presso il Centro fieristico di via Filangeri, con inizio il 18 aprile 2013. Saranno tre giorni intensi nei quali la filiera nel suo complesso si ritroverà in quella che, da sempre, è la più importante manifestazione fieristica italiana dedicata alla suinicoltura, unica nella sua specializzazione. Un appuntamento fortemente atteso da tutti gli operatori del settore, per il quale si registra già ora una notevole adesione di espositori che presenteranno nella kermesse di Reggio Emilia le novità tecnologiche più importanti. Quello di Reggio Emilia è un appuntamento atteso però anche da tutti gli altri attori della filiera: allevatori, macellatori, trasformatori, la stessa Grande distribuzione. Da questa piazza infatti, dagli incontri personali così come dai convegni, emerge sempre la cornice più attendibile che definisce la realtà e la prospettiva della filiera suinicola nazionale. Una necessità di indicazioni chiare è tanto più necessaria oggi nella situazione generale di difficoltà economica che sta attraversando il nostro Paese. Una grave crisi che rischia di aggravare certi problemi propri della nostra suinicoltura, unica al mondo perché basata per la quasi totalità sulla produzione di un suino pesante per la produzione di cosci da destinare a Parma e San Daniele. Una produzione di eccellenza, che però deve sostenere dei costi di produzione, in particolare quelli legati all’alimentazione, nettamente superiori a quelli per un suino leggero da carne fresca.
Pesa e preoccupa, in particolare, la contrazione dei consumi conseguente alla diminuzione del potere di acquisto delle famiglie italiane. Inevitabilmente questa ha e avrà una conseguenza sulle possibilità di sbocco delle nostre produzioni tipiche, caratterizzate da due elementi che, nella situazione venutasi a creare, hanno una connotazione critica: un mercato ancora prevalentemente nazionale, da una parte; la collocazione in una fascia di prezzo medio-alta, quella che è maggiormente penalizzata negli acquisti alimentari in tempi di contrazione economica, dall’altra. La preoccupazione è legata alla considerazione che, sul versante dei costi di produzione, la situazione si mantiene problematica: le quotazioni di mais e soia nell’anno appena chiuso hanno fatto segnare un andamento verso l’alto continuo, appesantendo i costi alimentari in maniera grave, compensati fortunatamente, almeno in parte, dall’aumento dei prezzi al macello registratosi nella seconda metà del 2012. Un problema però, quello dei costi delle materie prime, ben lontano dall’essere risolto, così come, nel suo complesso, è sempre sul tappeto quello dei costi di produzione: per rimanere sul mercato gli allevamenti italiani devono abbassarli ulteriormente, e questo è possibile unicamente recuperando ulteriore efficienza nel processo produttivo. Certo, questo è possibile spesso solo con investimenti per il miglioramento delle strutture, e ciò porta a un altro grande problema che vale per ogni settore produttivo, e quindi anche per quello suinicolo: la difficoltà e l’onerosità di accesso al credito. Tanto più che in molti allevamenti si è dovuto procedere agli adeguamenti legati alla normativa sul benessere, in particolare con l’abbandono delle gabbie e il passaggio alla gestazione in box delle scrofe. Aggiungiamo poi il costo della burocrazia e degli adempimenti ad essa connessi, la questione nitrati, i meccanismi di definizione del prezzo del suino ancora non soddisfacenti per gli squilibri di peso nella filiera (malgrado gli effetti positivi collegati all’attività della Commissione Unica Nazionale) e il livello di redditività dell’impresa suinicola, senza un cambio di rotta, è facilmente immaginabile.

Cambio di rotta che potrebbe essere impostato proprio a Reggio Emilia, in occasione della Rassegna Suinicola Internazionale. Proprio dalla chiara definizione dei problemi nascono le misure per superarli ed è proprio questa la linea di azione che ha caratterizzato la Rassegna Suinicola Internazionale nella sua lunga storia (si taglia quest’anno il traguardo delle 52 edizioni) per definire gli appuntamenti e le iniziative più importanti.
Una direttrice sarà quella dedicata all’analisi dei mercati e alla definizione di strategie e linee di azione per accrescere le possibilità di penetrazione sui mercati esterni delle produzioni nazionali, intercettando quella fascia crescente di classe media (numericamente già estremamente interessante: centinaia di milioni di potenziali consumatori desiderosi di accompagnare il nuovo benessere economico raggiunto con un’alimentazione più ricca e di immagine più elevata) che si sta formando in molti Paesi, soprattutto asiatici, toccati assai meno dell’Europa dalla crisi economica. Ma grande risalto verrà posto nella tre giorni reggiana anche alla dimensione dell’allevamento, cercando di scandagliare – con la collaborazione di relatori internazionali – le possibilità per ridurre ulteriormente i costi di produzione.
Lo si farà nel convegno centrale della manifestazione, promosso dalla Rassegna Suinicola Internazionale – a cui farà seguito il conferimento del Premio Porco Bravo 2013 - e lo si farà verificando come ogni ambito (gestionale, alimentare, energetico) sia rivisitabile in funzione della riduzione dei costi e del miglioramento dell’efficienza.
Come sempre la Rassegna Suinicola Internazionale sarà sede di due importanti appuntamenti collegati con la sanità dell’allevamento, con i tradizionali convegni della Società Italiana Veterinari Animali da Reddito e della Società Italiana di Patologia ed Allevamento dei Suini. Altro momento da segnalare il convegno organizzato dalla Rivista di Suinicoltura, che porterà esperti e columnist della testata a confrontarsi sui grandi temi aperti della suinicoltura nazionale, dal costo delle materie prime alla produzione di un suino da carne medio-leggero, dall’impatto che potrebbe avere sugli equilibri del settore l’apertura del nuovo macello di Manerbio alle possibilità offerte dalle bioenergie.
Una ricchezza di temi e di occasioni di approfondimento, unita alla presenza dei migliori espositori, che rende il prossimo appuntamento di Reggio Emilia un’occasione irrinunciabile per tutti gli addetti ai lavori.
E, come in altre occasioni in passato, un trampolino verso il rilancio.

Rassegna Suinicola Internazionale - Comunicato n°4

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