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Aggiunta nella dieta di olio di pesce protetto ed il suo effetto sulle articolazioni

L'olio di pesce protetto può prevenire le zoppie nelle scrofe.

11 Marzo 2015
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Le zoppie nelle scrofe sono un problema importante in suinicoltura. Le lesioni articolari sono le principali ragioni per l'invio al macello delle scrofe. Il dolore associato alle zoppie può colpire in maniera negativa le performance riproduttive. L'olio di pesce protetto a lunga catena (long-chain protected fish oil -PFO) che include l'acido arachidonico (ARA), acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosahexaenoico (DHA) può regolare la produzione e la bioattività dei mediatori infiammatori. Il primo obiettivo di questo studio fu caratterizzare gli effetti di PFO nella dieta sulle cartilagini, liquido sinoviale, densità ossea e la morfologia delle scrofe pluripare e delle scrofette giovani di genetica similare. Il 2° obiettivo fu esaminare gli effetti di PFO sulle risposte degli espianti di cartilagine nella stimolazione della IL-1 in vitro.

Le scrofe furono alimentate con dieta controllo a base di farina di mais/soia (CON; n = 7) o con dieta controllo supplementata con un 1,0% di PFO (n = 7). Le scrofe furono alimentate per 24,5 mesi e furono sacrificate dopo 43 mesi. Le scrofette furono alimentate con la dieta controllo (CON; n = 8) o con dieta controllo supplementata con PFO (n = 8) dallo svezzamento fino al sacrificio a 111 kg. La dieta PFO delle scrofette fu formulata ad un rapporto di 10:1 n-6:n-3 la quale conteneva da 1,5 fino a 2,3% di PFO e aumentò in base alla fase di accrescimento. La cartilagine fu estratta da entrambe le articolazioni omeroulnari di tutti i soggetti al sacrificio per le analisi degli acidi grassi e le colture degli espianti. Il liquido sinoviale venne raccolto dalle articolazioni del carpo. Vennero raccolti campioni di osso e di cartilagine per le analisi mediante tomografia computerizzata (TC).

Le tomografie computerizzate di radio/ulna delle scrofette non rivelarono differenze di spessore corticale nè di densità ossea. Le scrofe alimentate con PFO avevano una maggior spessore corticale dell'ulna prossimale (P <0,05) ed una diminuzione dello spessore corticale del radio distale (P <0,05). Le scrofe alimentate con PFO avevano incrementato il DHA (P <0,01) e diminuito gli acidi grassi omega-6 e omega-3 (P <0.05) nella cartilagine. Le scrofette alimentate con PFO avevano aumentato il DHA (P <0,01), il C22: 1 (P <0,01), e l'acido docosapentaenoico(P <0,01) ed ebbe una tendenza ad una maggior concentrazione nella cartilagine di EPA (P = 0,093). Le variazioni in acidi grassi della dieta non ebbero alcun effetto in vitro.

Nonostante la dieta supplementata con PFO abbia aumentato l'incorporazione nei condrociti di omega-3, l'importanza biologica non è chiara dato che le concentrazioni di ARA erano perlomeno 9 volte superiori a quelle di EPA e DHA. Pertanto, se gli acidi grassi omega-3 possono ridurre le infiammazioni nelle articolazioni, il beneficio sarebbe probabilmente il risultato di variazioni sistemiche nei mediatori infiammatori o maggiori concentrazioni nella dieta.

O'Connor-Robison, C.I., Spencer, J.D. and Orth, M.W. 2014. The impact of dietary long-chain polyunsaturated fatty acids on bone and cartilage in gilts and sows. Journal of animal Science, 92: 4607-4615. DOI: 10.2527/jas2013-7028

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