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Crefis : report di settembre 2018 della filiera suinicola italiana

Nel mese di settembre, gli allevatori italiani di suini hanno continuato ad avere una redditività positiva, che ha raggiunto il valore più elevato dall’inizio dell’anno...

15 Ottobre 2018
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Nel mese di settembre, gli allevatori italiani di suini hanno continuato ad avere una redditività positiva, che ha raggiunto il valore più elevato dall’inizio dell’anno. Questa crescita è da imputare all’aumento di prezzo dei suini da macello e al contemporaneo calo delle quotazioni delle materie prime utilizzate per l’alimentazione. Il livello raggiunto resta comunque inferiore del -7,8% in termini tendenziali.

All’aumento della redditività da parte degli allevatori è corrisposta una diminuzione di quella dei macellatori, scesa del -5,1% rispetto ad agosto. Positiva la variazione tendenziale: +6,1%.

Situazione negativa si presenta, invece, per gli stagionatori. Infatti, in settembre, la redditività degli stagionatori di prosciutti DOP risulta essere la più bassa addirittura da marzo del 2012, mentre per le produzioni non tipiche i valori di settembre 2018 sono stati i più bassi da maggio del 2017. Settembre ha anche visto un’inversione di tendenza rispetto ai mesi precedenti, con le produzioni non tipiche che sono risultate essere più redditizie rispetto a quelle DOP non solo per i prosciutti leggeri (cosa che ormai avviene da parecchi mesi), ma anche per quelli pesanti.

Per quanto riguarda la situazione prezzi, a settembre vi è stato un ulteriore aumento delle quotazioni degli animali da macello, mentre sono nuovamente diminuite quelle relative ai suini da allevamento. Crescono i prezzi delle cosce fresche, mentre sono calate le quotazioni dei lombi e dei prosciutti stagionati.

Nel primo semestre 2018 il commercio estero dell’Italia di suini, carni suine, grassi di suino e salumi ha complessivamente realizzato un saldo finale negativo pari a -257,1 milioni di euro, che si è mostrato, però, in miglioramento di ben 75,3 milioni di euro rispetto al 2017 . Tale risultato è stato determinato da un lieve decremento dell’export a cui si è accompagnato un calo decisamente superiore delle importazioni nazionali del comparto.

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