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Giornata della Suinicoltura 2018

Mercoledì28Feb20182018-02-282018-02-28
FICO EATALY WORLD BOLOGNA, Italiahttp://www.giornatadellasuinicoltura.it'annamossini.bo@gmail.com

Bologna, 1 febbraio 2018 - Consumatori più consapevoli, più esigenti, più attenti a ciò che acquistano e portano sulle loro tavole. Il tema del benessere animale non investe solo il mondo produttivo con i dettami imposti dalla normativa. Il suo raggio d’azione è ben più vasto e coinvolge a vario titolo tutti gli anelli della filiera. Non ultima la Gdo.

Quello della Grande distribuzione organizzata è infatti un ruolo centrale nel delicato rapporto che lega il comparto dell’allevamento al mercato. Un ruolo che alla prossima edizione della Giornata della Suinicoltura, organizzata da Expo Consulting srl e in programma il 28 febbraio 2018 a Bologna, presso il Centro Congressi di Fico Eataly World a partire dalle ore 9 (v. programma allegato), verrà illustrato e analizzato da Gian Piero Giorgi, Responsabile qualità carne di Coop Italia, che insieme ad altri illustri esperti del settore suinicolo siederà al tavolo dei relatori.

“Il benessere animale, la riduzione e la razionalizzazione del farmaco negli allevamenti delle carni a marchio Coop e nello specifico in quelli suinicoli rappresentano i capisaldi dell’importante cambio di paradigma che Coop Italia sta portando avanti – afferma Giorgi – Un impegno che risponde a una precisa esigenza mondiale di contribuire a contrastare il fenomeno dell’antibioticoresistenza. Per questo abbiamo coinvolto prima il settore avicolo, successivamente quello bovino. Tutto l’avicolo Coop proviene da animali allevati senza uso di antibiotici, nel settore bovino sono stati ridotti fino a non utilizzarli negli ultimi 4 mesi. Ora è la volta della carne suina che proviene da animali allevati con un ridotto uso di antibiotici e un successivo azzeramento  negli ultimi 4 mesi di vita”.

Per chiudere anche questo cerchio però, è necessario avere un quadro esatto del comparto suinicolo nazionale. “Infatti – sottolinea Giorgi – al momento stiamo lavorando in questa direzione applicando le linee guida dei capitolati Coop ai 400mila maiali che fanno parte attualmente della nostra filiera, elaborate sulla base di quanto prevede la normativa europea sul benessere animale. Il rispetto scrupoloso dei disciplinari, capitolati e accordi è garantito dai nostri capifiliera che, prima di esercitare questo compito di responsabilità, devono ottenere la certificazione di filiera, nonché degli item richiesti, da parte di enti terzi accreditati. Stiamo lavorando per selezionare e quindi migliorare il parco degli allevamenti suinicoli nostri conferitori e dal 15 gennaio scorso sono partite le prime macellazioni di soggetti allevati senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi di vita”.

- In base alle vostre indagini di mercato e ai riscontri che avete già registrato sia per la carne di pollo che di bovino, può confermare che il consumatore è disposto a spendere qualcosa in più se viene informato che la carne acquistata proviene da allevamenti che applicano rigorosamente la normativa sul benessere animale?

“Sì – è la risposta di Giorgi –  anche se va detto che si è cercato di contenere al massimo l’aumento di costo per il consumatore”.

- Quanto ha investito Coop Italia nel progetto sul benessere animale per il comparto suinicolo?

“Va detto intanto che la nostra iniziativa è inserita all’interno di un progetto più grande denominato “Alleviamo la salute” che coinvolge complessivamente 1600 allevamenti. Diciamo che per noi questo rappresenta una sorta di marchio di fabbrica, un progetto in cui crediamo  fortemente, in cui abbiamo investito ingenti risorse e continueremo a fare lo stesso nel futuro. Uno sforzo non indifferente che di fatto ridefinisce la filiera e in cui sono previsti anche progetti di ricerca che partiranno a breve grazie  agli accordi sottoscritti con alcune Università ed Enti scientifici”.

- Possiamo dire che le linee guida inserite nei capitolati sul benessere di Coop Italia sono in qualche modo più restrittive rispetto alla normativa europea?

“Se non più restrittive, sicuramente molto rigorose. Tanto per fare un esempio, l’allevatore nostro fornitore che volesse o dovesse realizzare una nuova scrofaia dovrà implementare innovazioni strutturali al fine di garantire un maggiore benessere animale, come già avvenuto in alcuni casi. In questa fase, proprio perché impegnati a ridefinire la filiera, siamo al lavoro per selezionare i migliori allevatori interessati a entrare a far parte di  un progetto che investe l’intero comparto sia a livello europeo che mondiale”.

- A proposito di estero, la Gdo dei Paesi europei maggiori produttori di carne suina come si sta muovendo nei confronti della filiera in materia di benessere animale?

“So che la Gdo francese è molto impegnata in progetti indirizzati alla drastica riduzione dell’antibiotico – conclude Giorgi – un percorso che ritengo molto valido e che anche Coop Italia persegue, perché meno farmaco significa più benessere per l’animale. In questo contesto il tema delle vaccinazioni si inserisce perfettamente e va affrontato valutandone tutti i benefici che ne possono derivare per l’animale”.

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