I vantaggi di una strategia alimentare
“O mangi sta minestra, o salti dalla finestra!” Una frase che conosciamo tutti… e che in suinicoltura equivale a: “Adesso ti cambio la formula con una che costa meno e te la fai andare bene!”. Oppure a: “Passo al mangime della fase successiva e se sei pronto bene, se no ti adatti.”
Il problema? Ragionando in questo modo si arriva inesorabilmente a diarrea e/o altre difficoltà e la riduzione dell’uso di antibiotici diventa difficile. Quindi serve cambiare prospettiva. Proviamo quindi ad approfondire l’argomento e a metterci “nei panni del suino”.
Le fasi da considerare:
1.Periodo sottoscrofa
È un periodo cruciale per il suinetto. In questa fase deve acquisire le difese immunitarie, crescere e prepararsi allo svezzamento. I suinetti nascono con scarse riserve energetiche e devono alimentarsi il prima possibile, anche al fine di assumere i primi anticorpi attraverso il colostro. Ecco perché controllare che tutti i suinetti abbiano accesso a capezzoli “funzionanti” è fondamentale.
Soprattutto nel caso di scrofe iperprolifiche, l’integrazione del latte materno con latte artificiale è una pratica importante, ma occorre farla bene.
Ecco alcune indicazioni utili su come gestirla:
Se si decide di allestire un impianto ad hoc, conviene progettarlo non soltanto per il latte in polvere, ma anche per il mangime. Progettare un impianto è un investimento; conviene quindi predisporlo alle diverse fasi del piano alimentare dei suinetti, dall’integrazione con il latte in polvere al mangime secco per lo svezzamento, in modo da ottimizzare la spesa.
Se scegliamo di utilizzare le classiche ciotole (mangiatoie per suinetti sottoscrofa, per somministrare il mangime a mano), il consiglio è di riempirle poco e spesso, soprattutto all’inizio, con l’accortezza di non lasciarle vuote per troppo tempo per evitare che si nutrano solo i suinetti più forti. Diluire il mangime con acqua tiepida e ridurre gradualmente nel tempo la quantità d’acqua per prepararlo allo svezzamento. Utilizzare mangime di buona qualità, che non necessariamente è il più caro, ma quello che garantisce il benessere dell’animale e la performance di crescita.
2.Svezzamento
Durante la fase di transizione, spesso i suinetti perdono l’appetito e non mangiano la quantità di cibo necessaria al loro fabbisogno. Con il digiuno perdono peso e rischiano di ammalarsi, compromettendo il sistema digestivo e la mucosa intestinale. Quindi la fase dello svezzamento è molto complicata.
Ecco alcune indicazioni utili su come gestirla:
Per prima cosa, cerchiamo di ridurre il numero di cambiamenti, o di diluirli nel tempo. Abbiamo detto che è importante abituare i suinetti già prima dello svezzamento al tipo di alimentazione che incontreranno una volta svezzati. Attenzione poi alle ciotole: si consiglia di utilizzare, almeno nei primi giorni, lo stesso modello anche nel reparto svezzamento. Riempire delle vaschette d’acqua e assicurarsi che i suinetti bevano all’abbeveratoio.
Soltanto quando i suinetti sono entrati “a regime” e mangiano con appetito possiamo procedere al cambio di mangime. Non c’è niente di peggio che cambiare mangime a dei suinetti che mangiano già poco. Il cambio di mangime dev’essere sempre graduale: si consiglia nei primi giorni di mescolare i due tipi di mangime, riducendo man mano la percentuale del mangime vecchio a favore di quello nuovo.
Senza entrare nel merito delle formulazioni, ricordiamoci che con l’alimentazione del suino stiamo alimentando anche il suo microbiota intestinale; cerchiamo di soddisfare entrambe le esigenze contemporaneamente. Gli eccessi proteici sono sicuramente controindicati, occorre formulare il mangime in modo da soddisfare le varie esigenze di aminoacidi, evitando però un eccesso di proteine totali. Vari studi hanno infatti confermato che la riduzione del tenore proteico, se eseguito in modo bilanciato e ben studiato, riduce gli episodi di diarrea senza compromettere le performance di crescita dei suinetti.

Immagine: Il grafico mostra che per una buona assunzione di alimento nei primi giorni dopo lo svezzamento, oltre al tipo di mangiatoia è importante anche il numero di mangiatoie in rapporto al numero di suinetti
3.Magronaggio e ingrasso
Dopo aver superato le prime due fasi con una corretta alimentazione è giusto proseguire per questa strada.
Arrivati a questo punto, i suini sono cresciuti e il consumo di mangime è elevato. Il potenziale di crescita del
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