L’opportunità di ridurre la mortalità dei suinetti nel pre-parto

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di Pieter Langendijk [Trouw Nutrition R&D]; traduzione a cura di Fabio Capponi [Product Manager Suini Ingrasso e Scrofe Trouw Nutrition Italia]

Il numero di suinetti svezzati per anno è stato per moltissimo tempo un fattore chiave per determinare le performance riproduttive di una scrofa. Allo stesso tempo sappiamo che la percentuale delle perdite dovute alla mortalità in sala parto comprende sia i suinetti nati morti sia quelli persi prima dello svezzamento. Le pubblicazioni scientifiche evidenziano come ancora oggi la percentuale di suinetti nati morti oscilli tra il 5% e il 10% dei nati totali, fino ad arrivare ad un 14% nelle nidiate di scrofe iperprolifiche. La mortalità pre-svezzamento sommata alla mortalità pre-natale può raggiungere dei livelli tra il 15% e il 25% (sempre nelle nidiate di scrofe iperprolifiche) e la maggior parte della mortalità pre-svezzamento si concentra nei primissimi giorni di vita dei suinetti.

Generalmente sono 4 i fattori critici per cercare di contenere la mortalità dei suinetti pre-svezzamento e incrementare le performance produttive nelle fasi successive di allevamento: nascere vivi, adeguato peso medio corporeo alla nascita, vitalità, adeguata assunzione di colostro. Questi 4 fattori sono fortemente correlati tra loro e sono quelli che hanno spinto i ricercatori Trouw Nutrition ad approfondire e perpetrare questa sfida produttiva. Concentrandosi su questi parametri, gli allevatori di suini possono migliorare molto i risultati aziendali, nonostante le nidiate siano sempre più numerose e di conseguenza, aumenti proporzionalmente il numero di suinetti nati morti.

Ovviamente le scrofe giocano un ruolo cruciale nel supportare la sopravvivenza dei suinetti, inteso come riduzione della natimortalità e miglioramento della vitalità neonatale. L’alimentazione delle scrofe in gestazione dovrebbe essere focalizzata sulla massimizzazione del peso vivo dei suinetti, in modo da ottenere maialini vitali e in buone condizioni corporee alla nascita. Prima ancora di fare tutto questo, bisogna assicurarsi che il maggior numero possibile di suinetti nasca vivo (riduzione della mortalità a ridosso del parto).

Ispezioni intra uterine manuali durante il parto sono sicuramente utili per facilitarne il processo, per ottenere un minor numero di nati morti, suinetti più vitali e che siano più veloci nell’assunzione del colostro.

In questo articolo ci focalizzeremo principalmente su come raggiungere il primo obiettivo, ovvero massimizzare il numero di suinetti nati vivi, su come la scrofa possa essere un vettore fondamentale per ottenere uno/due suinetti svezzati in più all’anno, e su come far sì che siano più pesanti e vitali.

 

ATTUALI RISCHI NEL PROCESSO DEL PARTO

Spesso la mortalità neonatale e post natale sono considerate come una perdita fisiologica nel processo produttivo. In realtà ci sono alcune cose che si possono fare per ridurre il numero di suinetti nati morti.

Un campione di 800 parti cesarei ha evidenziato come solo l’1,9% dei suinetti nasca morto. Questo ci indica che solo il 2% della mortalità neonatale dei suinetti è da considerarsi inevitabile, in quanto nati non ancora maturi, non ben conformati o altro ancora.

G.C.B. Randall, ricercatore dell’Istituto di Ricerca sulle Patologie Animali del Quebec, ha notato come il processo del parto in se stesso presenti notevoli rischi nel ritrovarsi con alcuni suinetti nati morti in più.

In particolare si fa riferimento al rapporto tra il pH del sangue arterioso e il suo contenuto in anidride carbonica. Randall ha notato come una percentuale di mortalità sia già in essere prima dell’inizio del processo del parto, compresi i mummificati e i suinetti nati morti già da alcune ore in utero e, comunque sia, il 75% dei suinetti nati morti muoiono durante il parto a causa dell’insufficienza di ossigeno.

Mentre la mortalità neonatale è pesantemente influenzata dal peso vivo alla nascita, per i suinetti nati morti questo principio non vale. Sia i suinetti nati pesanti che quelli nati sottopeso sono ugualmente esposti al rischio di nascere morti.

La Fig. 1 mostra la distribuzione del peso alla nascita con la percentuale di nati morti, i suinetti morti nell’intervallo tra la nascita e lo svezzamento e i suinetti vivi post-svezzamento. I suinetti nati morti potrebbero essere rappresentati come una sezione trasversale di tutto il grafico riguardante il peso dei suinetti, comunque sia, i suinetti morti subito dopo la nascita sono quelli più piccoli.

Fig. 1 - Distribuzione del peso medio alla nascita dei suinetti che sono stati svezzati, oppure che sono nati morti, anziché morti nei giorni successivi alla nascita.

 

 

OSSIGENO: FATTORE DETERMINANTE PER RIDURRE LA MORTALITÀ

La carenza di ossigeno durante il parto è una delle cause principali della morte dei suinetti ed è strettamente legata a una riduzione delle contrazioni uterine o a una riduzione del flusso sanguigno verso gli embrioni. Una volta superato il sito di impianto nell’utero, le contrazioni schiacciano la placenta per due/tre minuti e questo causa una carenza di ossigeno e fenomeni di asfissia embrionale, con conseguenti danni permanenti ai suinetti o, nei casi peggiori, natimortalità.

I suinetti che nascono per primi soffriranno meno questo tipo di asfissia, mentre i suinetti nati per ultimi (durante un parto prolungato soprattutto) sono quelli più esposti al rischio di nascere morti per asfissia.

I suinetti nati per primi sono caratterizzati da un tasso di mortalità del 2% legata all’asfissia, quelli nati per ultimi arrivano al 17% di tale rischio. Nella Fig. 2 il tasso di natimortalità è correlato al peso vivo alla nascita.

Fig. 2 - La percentuale di nati morti e il peso medio alla nascita sono messi in relazione con l’ordine di nascita. Le barre indicano la media del peso vivo alla nascita e i singoli gruppi per ordine di nascita.

 

 

L’ormone ossitocina stimola le contrazioni uterine. La sua secrezione può essere alterata se intervengono fattori di disturbo durante il parto, oppure se le scrofe non si trovano in un ambiente ideale (come le gabbie parto, che spesso non sono il massimo del comfort per una scrofa). Per questi motivi solitamente si riduce la produzione di ossitocina, e si allunga la durata del parto con ripercussioni negative sul flusso di ossigeno per i suinetti nascituri e con conseguente aumento dei suinetti nati morti.

Altri fattori di riduzione del flusso di ossigeno per i suinetti ancora nell’utero materno sono la nascita in posizione podalica e qualsiasi altra ostruzione del canale del parto. La rottura del cordone ombelicale o il distacco del sacco placentare aumentano considerevolmente il rischio di avere suinetti nati morti.

Una scarsa ossigenazione influisce negativamente anche sulla sopravvivenza neonatale e sulle performance dei suinetti. La Tabella 1 ci mostra la concentrazione di lattato nel sangue dei suinetti; i campioni sono stati prelevati dal cordone ombelicale immediatamente dopo la nascita. Il lattato si produce quando il metabolismo dei suinetti è costretto a passare da aerobico ad anaerobico, per questo motivo ci fornisce una indicazione del grado di asfissia dei suinetti.

 

 

I suinetti che hanno sofferto di asfissia o ipossia affronteranno maggiori rischi di mortalità neonatale, saranno più lenti nell’andare a fare la loro prima poppata di colostro e assumeranno meno colostro nelle prime 24 ore di vita rispetto ai loro fratelli.

 

SFRUTTARE LA SCROFA COME VETTORE PER MIGLIORARE L’OSSIGENAZIONE DEI SUINETTI

Le ricerche riguardanti i fattori che influenzano sia la mortalità che la vitalità dei suinetti hanno spinto Trouw Nutrition a sviluppare Gestawean OxiLiv, soluzione orientata ad aumentare l’ossigenazione dei suinetti al momento del parto.

Gestawean OxiLiv è da inserire nell’acqua di bevanda delle scrofe 5 giorni prima del parto; essendo in forma liquida non richiede operazioni manuali aggiuntive e sfrutta il fatto che la scrofa beve continuamente, anche prima di partorire, al contrario dell’assunzione di cibo che viene meno il giorno del parto. Gestawean OxiLiv aumenta il flusso di ossigeno verso i suinetti che stanno per nascere, aumentando quindi la percentuale di sopravvivenza e la vitalità dell’intera nidiata. Finora gli approcci per ridurre la natimortalità si sono basati quasi totalmente su ispezioni manuali al momento del parto, oppure su diete specifiche per facilitarne il processo. Ma ci sono alcuni punti deboli in questi approcci, ad esempio il fatto che le scrofe smettono di mangiare 8-12 ore prima di partorire, le ispezioni richiedono la presenza di personale specializzato in azienda al momento del parto, così come ricorrere alle iniezioni di ossitocina richiede un intervento manuale e infastidisce la scrofa mentre sta partorendo. L’utilizzo di Gestawean OxiLiv non presenta nessuna delle problematiche sopracitate.

Dal concepimento fino a tutte le fasi di vita in allevamento di un suino, mantenere un approccio integrato che combini alimentazione, salute animale e gestione manageriale può essere di grande aiuto per gli allevatori nel migliorare le performance in allevamento con importanti ritorni economici.

Proprio questo approccio management-alimentazione-salute è il perno trainante dei ricercatori impegnati nei laboratori e negli allevamenti Trouw Nutrition sparsi in tutto il mondo.

 

Per approfondimenti, consulta la pagina:

Gestawean OxiLiv: un suinetto in più!

 

Fabio Capponi [Product Manager Suini Ingrasso e Scrofe Trouw Nutrition]

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