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Massimo ViscarelliAllevatore - Italia22-Giu-2018
peste suina africana.....
La peste suina classica e la peste suina africana sono malattie infettive contagiose, che
colpiscono il suino domestico e il cinghiale. Benché caratterizzate da sintomi clinici e lesioni
molto simili, sono causate da due virus completamente diversi.
La Peste Suina Africana è causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus.
Caratteristica peculiare del virus è l'incapacità a stimolare la formazione di anticorpi
neutralizzanti, il che costituisce un importante ostacolo alla preparazione di vaccini. È una
malattia altamente contagiosa e ad esito per lo più infausto, caratterizzata da lesioni
emorragiche della cute e degli organi. La malattia non è trasmissibile all'uomo.
La PSA è inserita nella lista delle malattie denunciabili dell’OIE (www.oie.int). È una malattia
transfrontaliera, con un vasto potenziale di diffusione a livello internazionale, con pesanti
conseguenze per la salute animale, per il patrimonio zootecnico e l’economia, per i risvolti sul
commercio internazionale di animali vivi e dei loro prodotti.
Il contagio avviene attraverso la puntura del vettore, oppure per contatto diretto con altri
animali ammalati. La trasmissione indiretta è dovuta anche alla somministrazione ai suini di
residui di cucina contaminati. La presenza del virus nel circolo sanguigno (viremia) dura 4-5
giorni; il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia
che conduce inevitabilmente a morte del soggetto, spesso in tempi rapidissimi.
Gli animali che superano la malattia possono restare portatori per circa un anno, giocando
dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche. Il virus è
dotato infatti di una buona resistenza, senz'altro maggiore in confronto al virus della peste suina
classica. Il virus infatti resiste in ambiente esterno anche fino a 100 giorni, e sopravvive
all'interno dei salumi per alcuni mesi, nel sangue prelevato è rilevabile sino a 18 mesi e resiste
alle alte temperature.
Nel 1930, dal Kenia, l'infezione si è diffusa in tutto il mondo in seguito al passaggio
dell’infezione dai suini selvatici anche in quelli domestici. In Spagna e Portogallo la sua
diffusione è altresì stata facilitata dalla presenza di una zecca dello stesso genere presente in
Africa, Ornitodoros. La malattia giunse in Italia nel 1967, mediante rifiuti alimentari trasportati
per via aerea.
Ad oggi la PSA persiste soltanto in Sardegna, dove l’endemicità dell’infezione è facilitata da
diversi fattori. Nelle zone interne della Sardegna, ad esempio, gli allevamenti di tipo intensivo
sono presenti in numero ridotto, mentre sono molto diffuse le pratiche di allevamento
tradizionale. Anche le caratteristiche intrinseche del territorio e le radicate tradizioni regionali,
hanno contribuito all’endemizzazione della patologia. Inoltre, il continuo passaggio del virus tra
animali selvatici e domestici, in ragione del tipo di allevamento brado e semibrado, comporta
che soltanto quando la malattia sarà eradicata dai suini domestici, scomparirà anche nelle
popolazioni di selvatici.
https://www.pigprogress.net/Home/General/2018/6/Leaving-pig-health-to-the-next-generation-294971E/
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