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Importando nuovi proprietari ed esportando carni suine...

Il report trimestrale dell'USDA(Ministero dell'Agricoltura USA) che è stato pubblicato in giugno (il prossimo uscirà il 30 settembre) ha rivelato che il patrimonio suinicolo nord-americano era il più elevato degli ultimi 50 anni. Sembra probabile che quest'anno si superino i record di produzione totale di carni rosse negli USA. Non deve sorprenderci se nella prossima decade qualche altro grande produttore/macellatore-trsformatore, cambia di mano o aggiunge nuovi soci di altri paesi....

Se si vive in America e non sei vegetariano, è possibile festeggiare! Con una grande offerta di tutti i tipi di animali in attesa di essere macellati, oltre a quelli che ariveranno alla fine di autunno, è ora di riempire il congelatore... Nel settore suinicolo in particolare, un incendio ha obbligato a chiudere un macello di mezze dimensioni nell'Illinois ad inizio settembre, dando sui nervi all'intero settore... Il report trimestrale dell'USDA, che è stato pubblicato in giugno (il prossimo uscirà il 30 settembre), ha rivelato che il patrimonio suinicolo nord-americano era il più elevato degli ultimi 50 anni. Sembra probabile che quest'anno si superino i record di produzione totale di carni rosse negli USA. La tendenza ritorna alla dolce linea ascendente che iniziò quando crollarono i prezzi delle materie prime a metà-fine del 2008, dopo l'inizio della crisi globale. L'unica interruzione nel settore suinicolo fu la grande "tacca" nella tendenza che causò il PEDv un paio di anni fa, che fu molto breve (anche se grave) ed ora è solo un vago ricordo.

Suino con la mappa del mondo

L'aumento della produzione di suini è correlato con l'apertura concatenata di nuovi stabilimenti di macellazione e lavorazione carni, di proprietà dei produttori, che inizieranno la loro attività l'anno prossimo, approssimatamente.  In caso di successo, ridurranno i costi di produzione ed aumenteranno le entrate dalle vendite da parte dei produttori-proprietari, che incorporano i vantaggi economici della integrazione e divideranno i vantaggi economici con la parte iniziale della filiera.

La maggior parte dell'attività di tutta la nuova capacità di macellazione-lavorazione che si sta creando negli USA proviene da grandi imprese di produzione e dall'alleanza, che non vanno a relegare la loro produzione suinicola ad essere un semplice "centro di costi", lasciando tutti i vantaggi per il punto di vendita, nella parte finale della filiera, come avviene spesso nelle integrazioni pure. Un "centro di costi" è una fase della filiera di produzione che non ha come obiettivo conseguire utili, ma svolgere la sua funzione al minimo costo, permettendo che altre parti della filiera raccolgano i frutti...

I maggiori produttori degli USA invadono lo spazio dei macellatori-trasformatori per aumentare gli utili della loro produzione di suini ed eliminare le barriere alle informazioni ed ottimizzare il flusso delle conoscenze lungo tutta la filiera. E' più probabile che, a lungo termine, chi macella-trasforma si converta nel "centro di costi", distribuendo i vantaggi lungo la fase di produzione durante la prossima decade. Questo sarà necessario per i molto improrogabili reinvestimenti nelle innovazioni di precisione (specialmente in genetica e nelle tecnologie di produzione quando sono disponibili ad un prezzo adeguato) e nella crescita. Dato che la domanda interna è satura, queste imprese devono esportare, sostanzialmente, per avere successo.

Con la crescita dell'economia mondiale in dubbio ed il boom delle tensioni globali, sta aumentando la pressione per riorganizzare la modalità di produzione e di come si vendono i beni in tutto il mondo. Uno dei modelli emergenti che rileviamo, non è necessariamente nuovo, però su scala futura potrebbe sorprenderci...Viene orchestrato da paesi che si aspettano un forte aumento della domanda nel futuro: perché essi stessi non possono produrre i prodotti richiesti... Questo è di solito dovuto alla carenza di risorse necessarie e/o mancanza di sistemi produttivi competitivi per risorse chiave (oltre ad altre limitazioni).

Piuttosto che limitarsi a scambi con i paesi che possono produrre prodotti finali con un vantaggio comparativo, le nazioni stanno acquistando o investendo pesantemente nelle filiere di produzione dei paesi in cui la produzione è meno costosa. Non ci deve sorprendere se nella prossima decade uno o due grandi produttori/macellatori e trasformatori cambiano di mano o aggiungono nuovi soci di altri paesi. Sembra probabile che le tensioni globali ammortizzino la prospettiva di semplicemente dipendere dal commercio per le necessità alimentari critiche. La propietà genera un certo controllo strategico e di sicurezza, però non è infallibile!

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