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Italia: apertura del mercato cinese alle carni suine italiane dopo oltre 10 anni di trattative...

Dopo oltre dieci anni di trattative finalizzate ad ottenere dalle Autorità cinesi l’ampliamento dei prodotti esportabili dall’Italia...

30 Settembre 2016
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Il MInistero della Salute è stato informato il 27 settembre 2016 dall'ambasciata italiana in Cina della decisione del “General Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine“ (AQSIQ) di aprire il mercato alle carni suine italiane attraverso il riconoscimento dell'indennità da Malattia vescicolare della Macroregione del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Valle D’Aosta, Veneto e Province Autonome di Trento e Bolzano).

Ora si passa all'effettiva apertura, il fatturato potenziale è di 50 miliardi di euro per carni suine fresche e ai prodotti a breve stagionatura.L’esportazione di questi prodotti, infatti, era ostacolata dal fatto che l’Italia fosse considerata non indenne dalla malattia vescicolare. 

Dopo oltre dieci anni di trattative finalizzate ad ottenere dalle Autorità cinesi l’ampliamento dei prodotti esportabili dall’Italia, nel 2013 ASSICA ha prospettato al Ministero della Salute la possibilità di proporre alle Autorità cinesi un’apertura alle sole Regioni sulle quali le Autorità americane avevano già condotto una valutazione del rischio favorevole.

L’idea si è rivelata vincente e, grazie all’invio di copiosi dossier tecnico-sanitari da parte del Ministero della Salute, allo svolgimento di numerose missioni in Cina da parte dei più alti livelli tecnici e Istituzionali per incontrare i vertici delle Autorità sanitarie cinesi, dell’incoming in Italia di delegazioni di AQSIQ e del Ministero dell’Agricoltura cinesi e, non ultimo, al costante impegno di ASSICA si è finalmente raggiunto un obiettivo di primaria importanza strategica per lo sviluppo futuro del nostro settore.

SCENARIO ECONOMICO – EXPORT CINA

L’apertura della Cina alle nostre esportazioni di Carni suine, grassi e frattaglie, sebbene limitata alla sola Macroregione del nord rappresenta una grande opportunità, e potrebbe generare già nella fase iniziale un fatturato export pari a 50 milioni di euro, permettendo al nostro Paese di recuperare posizioni importanti rispetto ai principali competitor europei.

Se consideriamo il mercato dell’Unione Europea nei primi sette mesi del 2016 le esportazioni di suini vivi, carni suine fresche e congelate, frattaglie e prodotti a base di carne suina hanno raggiunto la cifra record di 2,4 milioni di tonnellate per un valore di circa 4,4 miliardi di euro con un incremento in volume e valore del 36,7% rispetto allo stesso periodo del 2015.

A determinare questo incremento è stata essenzialmente la domanda cinese balzata a 1,157 milioni di tonnellate dalle 561 mila tonnellate del periodo gennaio – luglio 2015 con un incremento del 106,3% per un valore di 1,7 miliardi di euro (+123%).

La Cina rappresenta il principale mercato di destinazione delle esportazioni europee del comparto suino con una quota pari al 48% del totale.

Il 90% del totale esportato al di fuori dei Paesi UE è rappresentato da carni fresche, congelate e frattaglie.

I principali Paesi esportatori all’interno della Unione Europea sono Germania, Spagna, Danimarca, Paesi Bassi Francia e Polonia con l’Italia al decimo posto dietro a Paesi come Irlanda e Belgio che hanno un patrimonio suinicolo ben più limitato del nostro.

 

Martedì, 27 settembre 2016/Italia/MIPAAF.https://www.politicheagricole.it

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