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Nuovo virus ricombinante vivo attenuato della peste suina africana con capacità di protezione crociata

L'articolo descrive la modificazione di un ceppo virulento del virus della PSA (BA71) transformandolo in un virus attenuato (BA71∆CD2) che può essere utilizzato per vaccinare e proteggere i suini, in maniera sperimentale, tanto nei confronti di un ceppo virulento dal quale proviene (virus parentale), come nei confronti di altri ceppi di vPSA diversi...

9 Novembre 2017
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La Peste Suina Africana (PSA) è una malattia emorragica altamente infettiva che colpisce i suini domestici ed i cinghiali europei, provocando enormi perdite nei paesi colpiti e di notifica obbligatoria all'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE).

In questo articolo viene descritto come i ricercatori hanno modificato un ceppo virulento del VPSA isolato in Badajoz nel 1971 (BA71), mediante l'eliminazione specifica di un unico gene, la emagglutinina virale, transformandolo in un virus attenuato (BA71∆CD2) che può essere utilizzato per vaccinare e proteggere i suini, in maniera sperimentale , tanto nei confronti del ceppo virulento dal quale proviene (virus parentale), che nei confronti degli altri ceppi del VPSA differenti.

Il fatto che un virus attenuato conferisca protezione nei confronti dell'infezione con il virus dal quale proviene non è qualcosa di nuovo e vi sono numerosi lavori pubblicati dove si raggiunge questa protezione nei confronti di questi ceppi che denominiamo come omologhi. La novità di questo lavoro è che utilizzando una dose adeguata del virus attenuato BA71∆CD2 i ricercatori sono stati capaci di proteggere i suini in una forma al 100% efficace nei confronti di un virus coetaneo del BA71, l'E75 (Spagna 1975), che per lavori fatti in precedenza in un laboratorio del CReSA si sa che è un virus non omologo ma eterologo.

Grazie a questo studio si sa anche che, la protezione conferita è dipendente dalla dose utilizzata e che la protezione crociata ottenuta in vivo tra i diversi ceppi sono correlati con l'abilità che ha il nostro candidato vaccinale BA71∆CD2 ad indurre cellule T-CD8+ capaci di riconoscere entrambi i ceppi, BA71 ed E75 in vitro.

Con questi buoni risultati in mano, si è voluto fare un passo successivo e scoprire se il candidato vaccinale BA71∆CD2 era capace di proteggere gli animali nei confronti di una infezione con il ceppo che sta attualmente circolando in Europa, il denominato Georgia 2007/01. Questo è un ceppo molto più distante filogeneticamente parlando dal BA71 di quanto lo è l'E75, appartenendo anch'esso ad un ceppo differente. I risultati ottenuti da questo esperimento sono stati impressionanti, dato che tutti i soggetti che hanno ricevuto la dose adeguata di BA71∆CD2 sono sopravvissuti all'infezione con il ceppo eterologo altamente virulento Georgia 2007/01.

I risultati fin qui ottenuti vanno al di là del poter dimostrare una protezione contro il Georgia 2007/01, a fronte del quale già cominciano ad apparire altri prototipi sperimentali, aprendo alla possibilità di proteggere nei confronti di virus molto diversi con un solo vaccino, essenziale sopratutto pensando a quelle zone endemiche nelle quali ci sono molti virus differenti che circolano nello stesso tempo, come succede in molte zone dell'Africa sub-sahariana.

Il fatto che BA71∆CD2 si possa produrre su una linea cellulare stabile (COS-1) al posto che nei macrofagi primari come finora, apre inoltre la possibilità di un futuro allevamento commerciale. L'assenza dell'emagglutinina del virus rende difficoltosa, da un lato, la trasmissione da parte delle zecche del BA71∆CD2, dato che questa proteina è un fattore chiave per questo e da un altro lato, permette di differenziare gli animali vaccinati da quelli infetti mediante un semplice test dell'inibizione della emoagglutinazione e/o emoassorbimento.

Nonostante i buoni risultati ottenuti, alcuni dei soggetti vaccinati hanno mostrato certi livelli transitori del virus nel sangue e nelle secrezioni nasali, impedendo di assicurare al 100% la sua innocuità in campagne massive di vaccinazione di campo. Quindi, la sfida principale si concentra ora sul tentativo di migliorare la biosicurezza del vaccino e parallelamente migliorare i metodi diagnostici che rendano possibile differenziare facilmente gli animali che sono stati vaccinati da quelli che si sono infettati in maniera naturale (DIVA: Differentiating Infected from Vaccinated Animals).

Monteagudo PL, Lacasta A, López E, Bosch L, Collado J, Pina-Pedrero S, Correa-Fiz F, Accensi F, Navas MJ, Vidal E, Bustos MJ, Rodríguez JM, Gallei A, Nikolin V, Salas ML, Rodríguez F. 2017. BA71ΔCD2: A new recombinant live attenuated African swine fever virus with cross-protective capabilities. J Virol JVI.01058-17.

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