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Reportage: Lattazione libera, le nuove frontiere - Italia

Questo è il primo articolo di una serie di reportage che affronteranno la realtà di allevamenti che hanno le scrofe "libere" in sala parto. Siamo andati a visitare un allevamento localizzato in Emilia Romagna per comprendere meglio il sistema...

Siamo andati a visitare un allevamento dove in sala parto le scrofe sono "libere". E' una scrofaia pura con uscita di suinetti dopo lo svezzamento. L'azienda è condotta in bande tri-settimanali, con circa 730 scrofe ed è destinata alla selezione genetica, tutti i riproduttori sono di razza pura: Large White, Landrace lina femminile, Landrace Linea Maschile, per la produzione di scrofette F1, scrofette in purezza per l’autorimonta e di verretti. L’azienda poi fornisce riproduttori per altre scrofaie della filiera produttiva, L'allevamento è di nuova costruzione ed è operativo con questo sistema dal 2018. L’allevamento è localizzato in Emilia Romagna ad un’altezza di 500 metri, in presenza di ampie escursioni termiche (dai -10°C in inverno a + 35° d’estate).... Abbiamo fatto alcune domande ad uno dei soci titolari (Dr.Repetti) dell’azienda proprietaria (ITACA Soc. Agr. a r.l.) ed al responsabile (Giuliano) per comprendere meglio il sistema.

Figura 1. Vista esterna allevamento
Figura 1. Vista esterna allevamento
Figura 2. Recinzione esterna
Figura 2. Recinzione esterna
Figura 3. Rampa di carico.
Figura 3. Rampa di carico.

Dr. Repetti, perché ha avuto l'idea di progettare le sale parto con le scrofe libere, nonostante non commercializziate direttamente i suini al macello e né fate parte di una filiera dedicate al welfare, ma invece alla produzione di genetica?...

L'idea era nata nel 2016, volevamo fare un investimento che guardasse con attenzione anche alle nuove disposizioni in materia di benessere degli animali che per la suinicoltura sarà sempre più un aspetto condizionante nel futuro. Gli investimenti sono sostenuti con una proiezione temporale di un paio di decenni e pertanto si è deciso di procedere adottando tale soluzione che, come le indicazioni circa le nuove normative stanno prospettando, diventerà una prescrizione. Vi è poi l’aspetto etico intrinseco nella conduzione dell’attività di allevamento che ci ha convinto che sia dovere del nostro settore adottare sistemi di allevamento sempre più rispettosi del benessere degli animali, anche per dovere di trasparenza nei confronti del consumatore e della società in generale.

Quali sono state le prime difficoltà osservate?

Repetti: Innanzitutto occorre premettere che nel 2016 non si aveva esperienza su tale tipo di attrezzatura e si è optato per un box parto con un disegno mutuato da esperienze di paesi nord europei. Con il trascorrere del tempo e sulla base della esperienza che si è via via maturata sono state adottate alcune modifiche. Già in fase di primo montaggio si sono apportate modifiche legate alle attività di accudimento dell’animale al momento del parto ed abbiamo spostato la mangiatoia, che inizialmente era di fronte al corridoio ed oggi è contro la parete/box. Oggi stiamo spostando l'intera "gabbia" all'interno del box in posizione leggermente diagonale installando un secondo battifianco fisso.

Figura 4. Modifiche apportate al box
Figura 4. Modifiche apportate al box

Giuliano: abbiamo preferito dare priorità all'assistenza al parto, dato che essendo un allevamento ad alto profilo sanitario e con un sistema di gestione delle condizioni microclimatiche interne (anche nel controllo delle temperature massime) efficace non dobbiamo "toccare" molto le curve di alimentazione delle singole scrofe, né pulire i truogoli per allontanare gli avanzi del pasto, quindi l’accesso alla mangiatoia risulta di scarsa frequenza. Una criticità che riteniamo debba essere risolta con l’attuale distribuzione della gabbia è l’eccessiva distanza del nido dal posteriore della scrofa che comporta un aumento del rischio di schiacciamento in quanto i suinetti appena nati tendono a stare vicino alla madre. Altro aspetto critico, cui si pensa di porre rimedio installando un battifianco fisso ad almeno 40 cm dalla parete del box parto dove non c'è la divisoria e spostando di conseguenza tutta la gabbia (abbiamo già modificato alcune gabbie in tal senso e la soluzione sembra essere quella giusta), è il problema della colostratura, a causa del difficile accesso alle mammelle quando la scrofa si sdraia appoggiandosi al battifianco contro la parete e posizionando i piedi verso la parte del box parto.

Figura 5. Disegno del box quando la divisoria laterale è chiusa o aperta, richiudendo i suinetti in un’area triangolare esclusiva.
Figura 5. Disegno del box quando la divisoria laterale è chiusa o aperta, richiudendo i suinetti in un’area triangolare esclusiva.

In quale momento chiudete la scrofa?

Giuliano: All'entrata in sala parto le lasciamo chiuse. Al contrario di quanto ci aspettassimo, liberarle prima del parto, le scrofe erano più agitate, tendevano a scivolare sul grigliato in plastica, nonostante ci fosse la presenza nella zona occupata dalla gabbia chiusa di un pavimento in metallo antiscivolo. Si sentono più tranquille chiuse in questa fase. Poi abbiamo fatto diverse prove: apertura a 5 giorni, apertura a 10 giorni ed oltre... Ci siamo stabilizzati con l'apertura dopo l'11° giorno. Non apriamo prima perché catturare i suinetti è più veloce con la gabbia chiusa e l’11° giorno è diventato il momento per l'identificazione delle future femmine da riproduzione e dei futuri verri.

Figura 6. Box parto con scrofa chiusa.
Figura 6. Box parto con scrofa chiusa.
Figura 7. Box parto con la scrofa libera.
Figura 7. Box parto con la scrofa libera.

Come funziona la pulizia dei box?

Giuliano: la pulizia della parte posteriore della scrofa viene fata prima del parto e il giorno stesso. Poi ... più niente. I suinetti pestando le feci le mandano giù, non si sporcano perché c'è molto spazio. Allo svezzamento, il box sembra già lavato!!... Non ci rimane niente: la scrofa ed i suinetti pesanti fanno il lavoro di pulizia.

Come fate a gestire le alte temperature d'estate?

Repetti: Questo è un aspetto che abbiamo particolarmente curato; abbiamo previsto l’installazione di “cooler” a tetto posti sul colmo, in corrispondenza del corridoio centrale di servizio; l’aria raffrescata viene poi richiamata nelle sale attraverso bocchette di ventilazione. Abbiamo riscontrato che in piena estate con temperature esterne anche superiori a 35°C, all'interno abbiamo al massimo 25-26°C, evidentemente godiamo anche del fatto che, vista la quota a cui è collocato l’allevamento (circa. +550 m s.l.m.), l’aria ha una umidità relativa sufficientemente bassa da mantenere in efficienza il sistema di raffrescamento. Inoltre, le scrofe essendo libere, cambiano posto e cercano superfici più fresche o con maggior giro d'aria. Un altro fattore importante è l'elevato grado di coibentazione della struttura e l'inerzia termica data dal peso della struttura in calcestruzzo.

Figura 8. Dettaglio ventilazione
Figura 8. Dettaglio ventilazione
Figura 9. Dettaglio ventilazione
Figura 9. Dettaglio ventilazione

Qualche problema per vaccinare le scrofe o per trattare i suinetti?

Giuliano: Assolutamente no, usiamo la siringa lunga e non ci sono problemi, anzi, le scrofe libere sono più tranquille. Trattiamo anche i suinetti senza problemi andando dentro il box; sarebbe comunque possibile chiudere la scrofa in questi momenti.

Come sono i dati produttivi relativi alla sala parto?

Repetti e Giuliano: Purtroppo non abbiamo dati pre- scrofe libere: l'allevamento è di nuova costruzione ed è nato in questo modo. La media dei nati vivi e degli svezzati degli ultimi 6 mesi (gennaio-giugno) è rispettivamente di 13,8 e di 12,4 . Ricordiamoci che sono tutti animali in purezza e siamo convinti che questi dati si possano migliorare con le modifiche al disegno del box parto; il peso allo svezzamento invece varia dai 7,5 a 8 kg a 27 giorni di media di lattazione. I suinetti che allattano senza ostacoli prendono più latte e anche la scrofa produce di più di conseguenza: tutte le mammelle sono disponibili e stimolate ed abbiamo suinetti di peso uniforme allo svezzamento. Addirittura non facciamo le balie, dopo il pareggiamento al parto, svezziamo a 21 giorni i suinetti più grossi dalle scrofe più numerose di suinetti, ma questo in ogni caso non supera il 5% per banda. Questi suinetti vanno poi ad un box libero, se non ne abbiamo, vanno nel settore svezzamento nel reparto accrescimento scrofette (facciamo auto-rimonta).

Per lo svezzamento delle scrofe e per il lavaggio della sala parto, è più complicato? Ci vuole più tempo? Quanto?...

Giuliano: guarda, oso dire che lo svezzamento si fa ancora più veloce, oltre il 50% delle scrofe vengono fuori per conto loro (non ne possono più dei suinetti!!!), impieghiamo 1 ora per svezzare e portare in gestazione 90 scrofe in 4 persone. Una banda svezzata, che corrisponde a 4 sale parto in totale circa 96 scrofe in nostro Bruno impiega 30 ore, incluso il lavaggio sotto il grigliato, dato che la fossa è poco profonda (30 cm) e si riesce dal di sopra ad eseguire un'ottima pulizia. Allo svezzamento procediamo con la separazione dei vari gruppi di suinetti per il carico il giorno successivo (femmine da selezione, verri da selezione, controsessi non tatuati e scrofette per autorimonta che rimangono in allevamento). Li raduniamo comunque nelle sale con tutti i box aperti, in modo che possono camminare e socializzare ( infatti volano verso il camion il giorno dopo!).

Da come verifico nei vostri dati, la mortalità in sala parto è del 10,1% (ultimi 6 mesi , e da quanto mi raccontate, la mortalità oltre i 15 giorni di vita è praticamente zero. Normalmente esiste ancora una perdita considerevole dai 15 gg allo svezzamento negli allevamenti convenzionali. A cosa è dovuta questa più bassa mortalità in questa fase?

Giuliano: Non ho la mortalità per giorno di lattazione, ma ti posso dire che ogni banda da circa 80 parti, me ne muoiono massimo da 3 a 5 suinetti per banda. Oltre al buon stato sanitario dell'allevamento (PPRS negativo), che ci permette di avere pochissime perdite da streptococchi o coli, il fatto che la gabbia sia molto spaziosa porta a zero la mortalità dovuta a schiacciamento; le gabbie parto tradizionali soffrono con l'aumento dei numeri di suinetti nati e in lattazione e anche con l'aumento dell’età allo svezzamento che porta ad un suinetto più pesante, tutto assieme contribuisce allo schiacciamento anche di suinetti già grandi.
Allora mi vieni da dire, scherzosamente ... se 40 anni fa abbiamo inventato la gabbia per contenere gli schiacciamenti, oggi... la togliamo per lo stesso motivo!!!!!!

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