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Trucco: Svezzare le scrofe direttamente nei box...

Svezzando una o varie settimane direttamente nei box otteniamo una settimana di spazio...

Alcuni allevamenti, per non dire molti, hanno talvolta bisogno di spostare le scrofe dalla gestazione di controllo alla gestazione confermata. Ciò comporta di spostare le scrofe dai box (o gabbie) alle baite (o recinti) con un numero di giorni di gestazione inferiore a quello desiderato, con i problemi che ciò comporta. In alcuni casi ho persino trovato allevamenti che coprivano le scrofe nelle gabbie ed il terzo giorno dall'inizio del calore erano trasferite ai box, il che dava risultati ecografici piuttosto "deludenti".

Tab 1. Numero di suinetti nati a seconda di dove sono state inseminate le scrofe.

Settimana copertura Fertilità svezzamento Locali Nºscrofe Nati totali Nati vivi
15 93% Box 55 11,5 10,3
16 98% Baite 43 12,6 11,2
17 93% Misto 41 12,0 10,7
22 95% Box 44 12,1 10,9
23 96% Misto 52 12,4 10,5
24 94% Baite 48 12,8 11,1
25 98% Box 50 12,0 10,3

Nelle settimane 15 e 17 le scrofe sono state trasferite al 3 ° giorno di post-copertura e nella settimana 16 si sono trasferite in recinti lo stesso giorno dello svezzamento.

Nelle settimane 22-23 e 25, quelle che erano state coperte nei box passarono dall'area di rilevamento dell'estro alla zona di copertura lo stesso giorno della venuta in calore e furono coperte per la prima volta un'ora dopo. La settimana 24 sono state portate nei recinti lo stesso giorno dello svezzamento.

Come si può vedere nei risultati, le fecondità sono molto simili tra le categorie, il che ci permette di rompere il mito che coprire le scrofe direttamente nei box può essere dannoso per la fertilità. Anche l'intervallo svezzamento-calore era molto simile a 5 e 5,2 per baite e box, rimanendo per più di 10 giorni (anestro) 1 e 2 scrofe, rispettivamente. Il numero totale di nati era più alto nelle scrofe che erano coperte direttamente nei recinti, il che può essere dovuto al fatto che non soffrivano di alcun tipo di stress post-copertura: nè dopo l'inseminazione (come nella settimana 15-17), né nel suo successivo trasferimento a gravidanza confermata, dal momento che quelle che stavano nei box effettuavano il trasferimento nella zona "accasamento", cosa che non accade nel caso di scrofe coperte nei box.

Un'ottima soluzione… svezzare direttamente nei box

Poiché abbiamo problemi di spazio, una soluzione molto buona è quella di svezzare una o più settimane direttamente nei box, in base all'entità del problema. Con ciò siamo riusciti a guadagnare una settimana di spazio, dal momento che le scrofe una volta controllate, venivano passate alla gestazione confermata e gemellate e si recupera il recinto per riutilizzarlo per raccogliere le svezzate.

Però… come farlo? esempio pratico: recinto da 20 posti

Inseriamo 23-24 scrofe allo svezzamento (tra il 15-20% in più della loro capacità) e integriamo le razioni di mangime. In questo modo ottimizziamo il recinto il più possibile, a causa della possibile non venuta in calore di alcune scrofe.

Il 6 ° giorno dopo lo svezzamento, rimuoviamo le scrofe che non sono venute in calore (per esempio, 2 su 24, che equivale all'8%), e pertanto rimangono 22 scrofe fino a quando l'ecografia non viene superata. Se sono tutte gravide togliamo le 2 più magre.

Supponendo una fertilità dallo svezzamento come obiettivo del 93-95%, facendo la diagnosi scopriremo che tra 1 e 2 scrofe sono ritornate o sono vuote, con cui riusciamo a mantenere l'efficienza del recinto (tra 19-21 scrofe).

Se usiamo più di un recinto, è importante separare le piccole e le magre dalle altre. In questo modo possiamo regolare l'alimentazione e bilanciare la competizione. È necessario prevedere che nel recinto delle magre la venuta in calore possa essere peggiore, motivo per cui aumenteremo il numero di scrofe alloggiate nel recinto.

Negli allevamenti in cui abbiamo messo in pratica questo sistema, i risultati ottenuti sono stati molto migliori rispetto a quando sono state spostate dopo la copertura.

Come realizzare la ricerca calori e copertura delle scrofe nei recinti

Il sistema di ricerca calori utilizzato è lo stesso che nei box: cominciare a stimolare le scrofe dal giorno dello svezzamento, con l'eccezione che viene introdotto il verro nei recinti, il che rende il contatto più diretto. Se possibile, in entrambi i casi si consiglia di lavorare con diversi verri: nei box aumentiamo gli stimoli e nei parchetti facilitiamo la ricerca calori, perché possiamo lavorare con più box in una sola volta, aumentando il tempo di esposizione dei verri senza aumentare l'orario di lavoro impiegato. Ad esempio, se si lavora con tre verri e consideriamo l'esposizione minima necessaria di tempo del verro di 1 minuto per scrofa per ogni 30 scrofe alloggiate in 3 box da 10, il tempo minimo sarebbe di 10 minuti (un verro per box), anche se posso assicurare che il tempo minimo sarà di gran lunga superato, in quanto il tempo necessario per rilevare i calori e spostare i verri sarà superiore al minimo stabilito. Questo ci favorisce poiché il periodo di stimolazione è più lungo, ma allo stesso tempo stiamo ottimizzando il nostro tempo di lavoro.

Per quanto riguarda l'inseminazione, nel caso dei parchetti dobbiamo lavorare con il sistema intrauterino perché, le scrofe si possono muovere mentre le stiamo inseminando, è molto più veloce che cercare di inseminare con il metodo tradizionale (qui è impossibile utilizzare qualsiasi supplemento che acceleri l'inseminazione).

Inconvenienti dell'inseminare e rilevare i calori direttamente nei box

Lo svantaggio principale che possiamo trovare è come nutrire le scrofe dallo svezzamento fino alla copertura, e anche fino all'ecografia, dato che avremo troppo saturato i box per ottimizzare al massimo gli spazi. Esiste una grande diversità di sistemi di alimentazione, quindi non sono in grado di fornire una soluzione unica, ma sono certo che ogni azienda troverà un modo per integrare questo eccesso temporaneo di scrofe.

Un altro problema che possiamo trovare è che le scrofe si cavalcano tra di loro mentre ci avviciniamo ai periodi dei calori. Possiamo fare ben poco oltre alle capacità di ogni allevatore nel rilevare e separare la scrofa che può essere più sofferente, ma se si organizzano i box per dimensione e condizione fisica sarà possibile ridurre di molto questi problemi.

La raccolta dei dati non deve essere un problema dato che, quando vanno in calore ed hanno il riflesso dell'immobilità, è molto facile registrarli.

L'ecografia richiede un pò più di pazienza, perché troveremo sempre la tipica scrofa nervosa. Un buon momento per farlo (se possibile) è quando le alimentiamo.

Sicuramente ci sarà qualche altro problema che possiamo discutere nei commenti...

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