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Trattati del libero commercio transatlantico UE-USA(T-TIP) e transpacifico USA-Paesi della costa del Pacifico (TTP): considerazioni e prospettive

Entrambi i trattati contengono elementi comuni che possono, se ben negoziati, trarre beneficio per tutti le componenti commerciali. Tuttavia, questo non significa che tutti i settori avranno dei vantaggi...

E' un buon momento per parlare sugli accordi commerciali futuri che influenzeranno i partners commerciali sia dell'Atlantico come del Pacifico: il chiamato T-TIP o Accordo Transatlantico di Commercio ed Investimento tra la UE e gli USA, e l'Accordo Trans-Pacifico TPP) tra gli USA e i vari paesi della costa del Pacifico. Entrambi contengono elementi comuni, che se ben negoziati, portano benefici a tutti i partners commerciali. Tuttavia, questo non vuol dire che tutti i settori dell'economia trarranno vantaggi.

Nell'articolo precedente abbiamo elencato i problemi che possono insorgere quando si utilizza la politica commerciale per fini diversi dall'aumento dei vantaggi di entrambe le parti coinvolte; con questi trattati abbiamo ancora l'opportunità di fare le cose fatte bene, dato che siamo ancora in fase di trattativa. Molti dettagli dei trattati (particolarmente quelli del Pacifico) sono tutt'ora occulti, per evitare che i paesi debbano affrontare pressioni politiche di cambiamenti prima che l'accordo finale sia completamente discusso e definito. Mettere una barriera tra "chi guadagna e chi perde" dentro dell'economia o blocco commerciale a volte è molto complesso e spesso molta informazione viene oscurata dietro una combinazione di numeri che i governi diffondono per evitare le proteste prima della fine dell'accordo. Tuttavia, nonostante la fase in cui ci troviamo oggi di trattative, credo che possiamo rassicurare Papa Francesco, che sarà molto probabile che i trattati aumentino il libero commercio, ma il risultato finale sarà lontano da un "capitalismo senza limiti".

In poche parole, gli accordi cercano di stabilire le condizioni commerciali per un grande numero di prodotti in anticipo tra alcuni paesi. Questo evita, anche se non completamente, gli "inciuci" commerciali. Per esempio: alcuni paesi come la UE e gli USA impongono multe severe per corruzione per l'ottenimento di accordi internazionali. Non è così con altri paesi, che lasciano fuori dal gioco, aziende europee e americane, utilizzando tali mezzi. Se tutti i paesi avessero le stesse multe per corruzione (per esempio), il commercio sarebbe realizzato in base alle caratteristiche ed ai costi reali dei beni o servizi.

Inoltre, gli accordi cercano di preservare e proteggere le caratteristiche specifiche dei marchi ed origini, in modo che le falsificazioni mal disegnate si approprino del mercato dei loro creatori originali, oltre ad impedire che il valore del marchio venga danneggiato quando il falso dà risultati inferiori al previsto. I produttori americani di olio d'oliva pagano oltre 1600 US dollari per ton. in tasse per esportare nella UE. In modo uguale gli USA impongono oltre il 20% di tasse per la maggior parte degli ortaggi ed oltre il 30% sull'aglio in polvere (non chiedetemi il perchè!!!).

Ora scrivo su qualcosa che mi rallegrerei se fosse eliminato: la maggior parte delle carni, formaggi e tartufo della UE sono tassate al 100% e oltre per entrare negli USA. Ora gli europei possono compredere perchè negli USA abbiamo solo 2 tipi di formaggio!: il giallo ed il bianco! Questo spiega anche perchè un famoso prosciuttaio di suino iberico, i cui allevamenti ho visitato di recente in Spagna, ha versato il suo vino su tutto il tavolo quando gli dissi che un prosciutto negli USA costava tra i 1.200 e 1.600 USD: questo quando si trova. Ci sono i rischi di malattie dovuto all'export, ma dobbiamo avere la capacità di risolvere questa faccenda con un costo molto minore che raddoppiando i prezzi.

Secondo la UE, entrambi i partners commerciali (UE e USA) aumenteranno in modo permanente a circa +0,5% la produzione lorda totale come risultato dell'accordo. Questa quantità è significativa anche se in termini percentuali sembra piccola. La cattiva notizia per i produttori di suini della UE è che secondo un rapporto recente della UE, l'impatto economico positivo per il settore agricolo sarà scarso, eccetto per alcuni prodotti elaborati. Questo piccolo impatto consiste nell'import di beni a miglior prezzo, prodotti con maggior efficienza e minori costi.

Alcune cose che non si considera è che potrà tornare ad essere più redditizio per i produttori della UE  vendere beni e prodotti agli USA rispetto ad altri paesi della UE; questo, potrà far aumentare il costo per alcuni sfortunati consumatori della UE e beneficiare i consumatori degli USA, allo stesso tempo porta vantaggi alla UE nel suo complesso. Evidentemente, questo impatto può avvenire in entrambi i sensi.

Ricordo di uno slogan associato a quanto accaduto con l'aumento drammatico della produzione suina negli anni 90 nel medio-ovest americano. Un attivista diceva "Al Giappone inviamo la carne suina e a noi resta la merda". Era positivo per l'export degli USA, ma non tanto per il produttore che non era nel ramo dei "fertilizzanti".

Concentrandoci sull'accordo transpacifico, i paesi coinvolti sono:Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, USA e Vietnam. Gli USA hanno già accordi di libero commercio con vari paesi citati, ma quello che è veramente importante di questo gruppo di trattative è il Giappone. Il Giappone rappresenta la 3° maggior economia mondiale ed il commercio tra USA e Giappone è molto importante.

Non è necessario dire che i produttori di suini americani ed europei stanno molto attenti a questo tema e che gli USA potrebbe essere beneficiati tantissimo di più nel commercio e meno interferenze doganali con il Giappone. Il Giappone non è solo il maggior importatore mondiale di carni suine, con un calo costante della produzione nazionale, con gli USA con la maggior partecipazione per l'import e anche con i tagli di maggior valore, così come pronunciato dal galantuomo del mid-ovest americano negli anni 90. La UE è in seconda posizione e potrebbe facilmente perdere partecipazioni sul mercato, se il Giappone si accorda con successo nel TTP. Qualcuno crede che il TPP è un tentativo americano di stabilire forti relazioni commerciali con le economie più importanti della costa del Pacifico, per compensare qualsiasi aspetto di minaccia derivante dall'Influenza della Cina, che sta vivendo una veloce crescita sulla regione.

Un altro tema, in cui entrambi gli accordi cercano di evitare, lo vedremo con un esempio delle notizie correlate all'India: paese che ha appena perso una risorsa importante di fronte alla OMC rispetto al divieto di importazione di pollo, carni e uova provenienti dagli  USA. La ragione per tale divieto è la paura dell'introduzione del virus dell'Influenza aviare. L'OMC l'ha giudicata come qualcosa di simile al COOL (a mio parere): una restrizione commerciale nascosta come protezione per i produttori di polli dell'India, che hanno costi di produzione superiori, e non un timore scientificamente giustificato per l'introduzione del virus.

Gli USA possono produrre carne di pollo ad  un costo nettamente inferiore all'India, ma quando la carne americana riempie il supermercati di questo paese, i produttori locali si trovano con costi ancora più alti e non possono competere; il costo sociale e la disoccupazione possono creare un rischio sociale importante se non si fa niente per evitarlo. Sarebbe molto meglio per entrambi i paesi se l'India investisse nell'aiutare gli allevatori a produrre meglio ed in modo più efficiente, invece di bloccare il commercio. Il TPP ed il T-TIP sono disegnati per ridurre la classe di protezionismo tra i partners.

Questi sono alcuni degli effetti di entrambi gli accordi. Oggi, molti danno molto valore alle caratteristiche degli alimenti, come per esempio "l'origine" con produzione locale, anche quando il costo è superiore ad uno stesso prodotto proveniente d'importazione (incluso il prezzo del trasporto). L'importazione dello stesso prodotto ad un costo più basso non migliorano le persone secondo il loro punto di vista. Tuttavia, se si usano meno risorse globali per commercializzare gli stessi prodotti: che sia un buon argomento per pretendere che si proteggano i prodotti locali ponendo le tasse all'import per i prodotti dall'estero? O sarebbe meglio che ogni prodotto avesse il suo costo reale in un mercato in cui la gente possa scegliere? Purtroppo i difensori delle produzioni locali cercano di trovare dei difetti nei prodotti importati o usano tattiche diverse come la paura, il nazionalismo, per raggiungere i propri obiettivi o come il divieto quando i fatti non sono dalla loro parte.

Da un altro lato, è molto probabile, che alcuni membri dei trattati debbano abbassare gli standards di sicurezza del lavoro, sicurezza alimentare o benessere animale nei propri sistemi produttivi, dato che è evidente che non tutti i membri adotterebbero le regole dei paesi più esigenti. Per esempio: è poco probabile che tutti i membri adottino il modello di benessere del Regno Unito e che questo diventi uno standard per gli USA o per il resto della UE. E' più probabile che ci siano trattative che portino a soluzioni intermedie, le quali potrebbero aumentare il commercio proveniente da paesi con standards più bassi e aumentino i rischi finanziari, sanitari o etici di paesi con standards superiori. Questo avverrà, quasi certamente, senza avvisare i consumatori dei paesi coinvolti. I paesi possono concordare su certi protocolli di produzione e modelli ispettivi all'origine per evitare ispezioni doganali o ritardi burocratici, che a volte furono utilizzati con conseguenze di perdita degli alimenti come forma di rappresaglia.

I concetti più antichi dell'economia, trattano il commercio con risultati così soprendenti, che sono addirittura anti-intuitivi. Per esempio: David Ricardo ha dimostrato nell'800, che nonostante un paese produca di tutto ad un costo più basso o con meno risorse rispetto ad un altro paese, entrambi i paesi trarrebbero vantaggi se ognuno fosse specializzato nell'aumentare la produzione di una categoria di prodotto e l'altro potesse ridurre la produzione di tale categoria. Non si può addormentare il commercio, quando si porta ricchezza a tutti i paesi: sempre che sia giusto e libero.

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