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Franco: 5 consigli per conservare il mais

Scopri le migliori pratiche per evitare la contaminazione da micotossine del tuo raccolto.

27 Aprile 2021
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Alimentazione dei suini: 5 consigli per conservare il mais ed evitare la diffusione di micotossine

L’uso di alimenti contaminati da funghi e muffe pregiudica non solo la salute degli animali, ma anche quella dell’uomo. Scopri le migliori pratiche per evitare la contaminazione da micotossine del tuo raccolto.

Più dell’80% del mais coltivato in Italia è destinato all’alimentazione degli animali, grazie alle sue
caratteristiche di elevata appetibilità e digeribilità. L’uso di questa pianta è diffuso sia negli animali
monogastrici ( come suini o avicoli) che nei ruminanti.Uno dei metodi di somministrazione utilizzati nell’allevamento di suini è l’insilato sotto forma di pastone di granella di mais, un metodo di conservazione del mais e altre granaglie. Esso è un prodotto molto appetibile per l’animale a condizione che sia correttamente conservato alla giusta temperatura e con il giusto grado di umidificazione, impedendo l’instaurarsi di fermentazioni anomale che possono pregiudicarne l’impiego.

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La somministrazione sotto forma di granella secca macinata è anch’essa, se non la preponderante,
fonte alimentare nel razionamento dei suini delle diverse categorie fisiologiche. La qualità del mangime è di primaria importanza per la produttività dell’allevamento ed il benessere dell’animale. Un’attenzione particolare va quindi posta alla salvaguardia delle colture di mais ed evitare che esse vengano intaccate da agenti patogeni durante la crescita e nel periodo di stoccaggio una volta effettuato il raccolto.

In questo articolo analizzeremo i possibili metodi da attuare per conservare correttamente il mais destinato all’alimentazione del suino, al fine di evitare la propagazione dei funghi.

Le tossine pericolose per il suino

I problemi legati agli agenti patogeni nel mais riguardano principalmente la presenza di micotossine, ovvero delle sostanze tossiche derivate dai funghi principalmente dei generi Fusarium e Penicillium. Il suino, a differenza dei ruminanti, è molto sensibile all’ocratossina ( un tipo di micotossina) che intacca il fegato, il rene e il grasso dell’animale. Questa tossina, oltre ad interessare la salute dell’animale da vivo, contamina anche i prodotti di salumeria destinati al consumo umano, è molto importante quindi prevenirne la diffusione tramite il controllo periodico dei mangimi utilizzati.

Le scrofe ed i suinetti sono generalmente più suscettibili alle micotossine. In effetti, la presenza di
micotossine nel mangime, anche a bassi livelli, può portare a infertilità e aborti, problemi di
appetibilità e conseguente perdita di nutrienti fondamentali in determinati periodi del ciclo di vita
dell’animale.

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Come conservare il mais per evitare la diffusione di micotossine

Il mangime vecchio, stantio e umido è l’ambiente perfetto per il rapido sviluppo di muffe e funghi.
È fondamentale monitorare i raccolti in modo da evitare la perdita di qualità dell’alimento. Ecco a voi 5 preziosi consigli per evitare la propagazione delle spore dopo il raccolto del mais.

1.Essicazione del raccolto
Dopo il raccolto, il contenuto di umidità del prodotto deve essere asciugato al 12-14% di peso
corporeo per essere conservato in modo sicuro e con un deterioramento minimo. Ciò può essere
effettuato tramite metodi di essicazione meccanica oppure naturale, tramite l’azione del sole e del
vento. La ventilazione del prodotto effettuata periodicamente è sicuramente una prassi che
contribuisce a mantenere la salubrità del prodotto.

2. Rimuovere i chicchi di mais danneggiato
Nel caso in cui una parte dei chicchi risulti non integro, è bene eliminarli, poiché una volta inseriti
in un silos o in un altro ambiente di stoccaggio, essi rappresentano la frazione più aggredibile dai
microorganismi, favorendo la comparsa di muffe e funghi. È molto importante maneggiare i
chicchi con cura soprattutto in caso in cui si attuasse un processo di sgranatura o durante la
movimentazione post-raccolta.

3. Pulizia e controllo preventivo del sito di stoccaggio
Prima di riempire il silos o un altro ambiente di stoccaggio con il materiale raccolto, è molto
importante ispezionare la superficie interna di esso. È necessario rimuovere eventuali residui di
precedenti raccolti e riparare eventuali parti danneggiate o arrugginite.
In via precauzionale si può ugualmente usare un disinfettante spray su tutte le superfici interne
del luogo di stoccaggio vuoto per uccidere le spore della muffa.

4. Aerare l’ambiente di stoccaggio
L'aerazione del mais immagazzinato può prevenire l'accumulo di umidità in certi punti all'interno
di un contenitore. Nel caso in cui il mais si bagnasse, l’utilizzo di un ventilatore per aumentare il
flusso d'aria e ridurre l'umidità del grano è strettamente necessario.

5. Monitorare la temperatura interna
Oltre ad aerare il mais, è necessario raffrescarlo ogni volta che la temperatura dell'aria ambiente
lo permette. Questo rallenterà il tasso di crescita degli organismi fungini e prolungherà la durata di
conservazione del raccolto.

Il monitoraggio delle temperature dei siti di stoccaggio fornirà alcune indicazioni sulla crescita
della muffa e segnalerà la necessità di un'azione correttiva prima che la diffusione di funghi e
spore nel magazzino diventi troppo estesa. Per un corretto monitoraggio della temperatura
interna, è necessario inserire un termometro ad almeno un metro e mezzo di profondità e ad
almeno 60 centimetri dalla parete. La temperatura idonea per un insilato non deve superare i
20°C.

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Franco - aprile 2021

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