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L'export totale di carni suine durante i primi 3 mesi di quest'anno si è ridotto del 7,9%, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Dopo 7 anni di trattative , finalmente il Giappone ha autorizzato l'import di carni suine provenienti dallo Stato di Santa Caterina.

Il Copa-Cogeca ricorda inoltre alla Commissione Europea che i principali partner dei paesi terzi fuori dalla UE "non pagano nulla per i controlli ufficiali".

La statunitense Smithfield Foods, Inc., il maggior produttore di carne suina del mondo e la cinese Shuanghui Internacional Holdings Limited hanno annunciato ieri la firma di un accordo definitivo di fusione.

La Commissione Europea ha chiesto alla FCEC la realizzazione di uno studio sui costi-benefici per la produzione di carni di suino dall'applicazione di alternative alla castrazione chirurgica dei suini maschi.

Il Ministero del Commercio cinese ha annunciato che lancerà un programma di acquisti di carne suina con l'obiettivo di stabilizzare i prezzi.

Il Prosciutto di Parma è il prodotto di salumeria italiano più venduto all'estero.

La macellazione è diminuita sotto i 5 milioni di capi durante il 1° trimestre del 2013. Stabilità per l'export dei suinetti vivi svezzati.

Tra gennaio ed aprile 2013 le esportazioni brasiliane di carni suine sono diminuite del 9%.

Il progetto sarà presentato al convegno“Suinicoltura lucana: tra criticità ed opportunità” il 28 maggio 2013.

L'import di carni suine ha registrato un aumento del 47% nei primi 3 mesi del 2013.

Lunedì scorso alla notte presso Mayenne e Côtes-d'Armor, allevatori francesi hanno intercettato camion frigo per controllare l'origine delle carni trasportate.

L'Università degli Studi di Bologna, in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Padova, sta conducendo un'indagine sull'uso dell'economia negli ambiti professionali direttamente o indirettamente collegati alla sanità animale.

Il provvedimento introduce inoltre le modalità di concessione del marchio di filiera denominato «chilometro zero».

Flettono del 7,7% sia le quotazioni degli ovicaprini sia quelle dei suini, con questi ultimi influenzati dai ribassi dei capi da macello imputabili a un rallentamento della domanda.

Il numero dei suini macellati è diminuito del 3,6% rispetto al periodo precedente.