Lo studio danese che ha coinvolto circa 4.000 scrofe ha valutato lo spessore del grasso delle scrofe a inizio lattazione, fine lattazione o copertura associando alle performance future delle stesse scrofe con l'obiettivo di valutare l'impatto sulla riproduzione.
Nonostante lo spessore del grasso, di per se non determina gli effetti successivi, bensì il grado di perdita di grasso durante la lattazione, equivalente alla mobilizzazione di energie per sopperire ai fabbisogni della figliata.

Lo studio è stato realizzato presso 5 scrofaie diverse. I risultati hanno dimostrato che alcuni parametri non vengono influenzati come: numero di giorni tra lo svezzamento-calore e portata al parto. Invece viene compromesso il numero dei suinetti nati nel ciclo successivo.
Per ogni 2mm di perdite si riduce il numero dei suinetti di 0,4, se la perdite è di 3 mm, la riduzione aumenta a 0,5 suinetti.
Il gruppo "controllo" è stato basato e confrontato con le scrofe che non perdevano grasso o che la perdita di spessore era di 1mm. In riassunto, una scrofa che entra in sala parto con 20mm di spessore e perde il 10% (2 mm) si comporta come una scrofa che entra in sala parto con 10mm e perde 1mm, ossia sempre 10%.
L'esperto Thomas Sonderby Brunn sottolinea che osservare solamente lo spessore al momento della copertura non è un dato sufficiente per trarne conclusioni, l'importante è concentrarsi sulla minor perdita possibile durante il periodo di allattamento. Mantenere le perdite al di sotto del 18% è accettabile...
Giovedì, 28 agosto 2025/ Danimarca/ https://svineproduktion.dk/