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Anaestro allo svezzamento

Per fare uno studio sugli anaestri ,è utile cominciare a raggruppare i vari intervalli svezzamento-1ª copertura(ISC).

L'intervallo svezzamento-copertura(ISC) è uno dei fattori che influenzano maggiormente i Giorni Non Produttivi (GNP) e pertanto influenzano la produttività dell'allevamento (suinetti svezzati/scrofa coperta/anno). Questo a che cosa è dovuto, se il numero di giorni che una scrofa tarda per essere coperta non è molto elevato? La risposta è che per essere un parametro che riguarda il 75 % delle scrofe produttive presenti sono svezzate tra le due e tre volte all'anno diventa un fattore importante e di peso che dovremo tenere in debito conto.

Con un intervallo medio superiore a 6,5 gg, possiamo considerare che siamo di fronte a problemi di anaestro post-svezzamento e dovremo vigilare per capire cosa sta succedendo nel nostro allevamento. Altro limite viene dato dalla % di scrofe ritardatarie che abbiamo (ovvero,che si coprono con oltre 7 gg post-svezzamento). Se supera il 10%, sarà il momento di agire.

Per fare uno studio degli anaestri, la cosa più utile è cominciare a raggruppare gli intervalli svezzamento-1ª copertura(ISC) nella maniera che mostra il seguente esempio:

0-3 4 5 6 7 8-20 21-25 26-29 30- Totale
1ª copertura 8 549 304 43 17 48 5 0 9 983
% delle coperture 0,8 55,8 30,9 4,4 1,7 4,9 0,5 0,0 0,9 100
Intervallo svezzamento-copertura 1,8 4,0 5,0 6,0 7,0 11,6 22,6 134,0 6,1

Questo allevamento ha un ISC medio di 6,1 e la percentuale di ritardatarie è del 6,3%, pertanto sarebbe un allevamento con un ISC corretto. Nonostante , il raggruppamento per intervalli ci mostra che:

1. La maggior parte delle scrofe vengono in calore 4-5 gg post-svezzamento (così come succede in pratica in tutti gli allevamenti). Una percentuale bassa di scrofe va in calore tra 0 e 3 gg post-svezzamento ed un'altra piccola percentuale tra 6 e 7 gg post-svezzamento. In questo gruppo, dobbiamo vigilare che la % di scrofe che va in calore 6-7 gg post-svezzamento, probabilmente sono scrofe che o non hanno avuto una buona stimolazione per venire in calore o sono esposte ad un fotoperiodo decrescente. Nel primo caso si può ovviare migliorando l'effetto verro (ricerca calori) o l'effetto femmina (la venuta in calore delle altre scrofe stimola il calore delle compagne). I problemi del fotoperiodo si presenta nelle scrofe svezzate dalla seconda metà dell'estate-principio di autunno che ritardano la venuta in calore ed hanno le peggiori portate al parto.

2. Il gruppo 8-20 gg post-svezzamento corrisponde a due tipi di scrofe, entrambe conseguenza di un management inadeguato in sala parto :

a. Scrofe che sono venute in calore in sala parto, per uno stress eccessivo o per mancanza di produzione di prolattina (ovvero, hanno diminuito bruscamente la produzione di latte senza arrivare all'asciugatura delle mammelle). Qui si includono scrofe alle quali è stato praticato lo svezzamento parziale eccessivo, scrofe usate come balie alle quali sono stati messi suinetti troppo piccoli rispetto a quelli che avevano, o figliate con suinetti deboli (con diarrea o eccessivamente piccoli). Questi casi si sono aggravati negli ultimi anni con le scrofe iperproduttive dove la perdita di uno o più suinetti scatena la venuta in calore in sala parto.

b. Scrofe che hanno perso molta condizione corporale in sala parto, hanno difficoltà maggiori ad iniziare il processo ormonale che dà luogo alla venuta in calore.

3. Il gruppo 21-25 gg corrisponde a scrofe che sono venute in calore tra 0 e 4 gg post-svezzamento e non è stato visto il calore.Questo gruppo non dovrebbe essere numeroso, però ci indica difetti nella ricerca calori.

4. Il gruppo 26-29 gg corrisponde a scrofe che sono venute in calore a 4-5 gg, però non sono state rilevate. Le cause possono essere:

· Un cattivo stato corporale che ha dato come risultato un calore silente o poco definito.

· Difettosa ricerca calori, che non ha permesso il corretto rilevamento dei calori stessi.

5. Per ultimo, il gruppo di oltre 29 gg indica un accumulo delle problematiche precedenti.

Pertanto, di fronte ad un incremento dell'intervallo svezzamento-1ª copertura, bisogna effettuare una suddivisione per categoria di gruppi,osservare qual'è il gruppo che ha subito un incremento e prendere immediati provvedimenti.

A seguire vengono analizzati due esempi di management estremi:

1) ISC elevato con elevata portata al parto

Obiettivo 9/09 10/09 11/09 12/09 1/10 2/10 3/10 4/10 5/10 6/10 7/10 8/10 Media annuale
ISC 7,5 9,8 8,3 6,9 7,6 10,1 9,5 13,5 12,1 12,8 11,7 8,3 8,4 10,0
Ritorni (%) 4 1,4 6,0 5,8 8,5 2,7 3,3 1,3 7,8 4,0 4,1 7,0 4,7 4,7
Rit. precoci (< 18 gg) 0,0
Rit. ciclici (18-25 gg) 1,4 1,2 4,3 7,0 1,3 3,3 1,3 7,8 2,7 5,6 4,7 3,4
Rit. aciclici (26-37 gg) 4,8 1,4 1,4 1,3 2,7 1,4 1,4 1,2
Rit. ciclici (38-46 gg) 0,0
Rit. tardivi (> 46 gg) 1,3 0,1

ISC

In questo allevamento,quello che si fa è mantenere un buon stato corporale delle scrofe al momento della copertura.Pertanto alle scrofe più magre viene fatto passare il calore (di conseguenza l'ISC medio sale fino a 10 gg ), però si assicurano poche perdite riproduttive(di conseguenza, la portata al parto è del 93%).

2) ISC basso con bassa portata al parto

Obiettivo 10/09 11/09 12/09 1/10 2/10 3/10 4/10 5/10 6/10 7/10 8/10 9/10 Media anuale
ISC 5 5,8 5,7 4,4 5,3 5,2 5,0 4,8 4,7 4,2 4,2 4,4 4,7 4,9
Ritorni (%) 10 10,1 15,9 9,6 14,7 9,6 12,6 15,4 13,1 15,4 17,2 11,3 14,9 13,4
Rit. precoci (< 18 gg) 0,9 1,2 1,3 4,8 0,9 2,9 0,9 1,3 2,2 2,1 1,0 1,6
Rit. ciclici (18-25 gg) 2,2 5,3 1,2 2,7 3,6 3,8 3,7 7,7 7,5 7,2 3,0 4,1
Rit. aciclici (26-37 gg) 3,4 6,2 6,0 2,7 2,4 2,7 6,7 3,7 6,4 2,2 1,0 5,9 4,1
Rit. ciclici (38-46 gg) 2,2 2,7 1,2 4,0 1,2 1,8 1,9 2,8 2,2 1,0 3,0 2,0
Rit. tardivi (> 46 gg) 2,2 0,9 4,0 1,2 3,6 1,9 3,2 2,0 1,6

ISC

Questo è il caso contrario: praticamente tutte le scrofe vengono coperte entro 4-5 gg, però tuttavia la % di ritorni (specialmente i non ciclici) è elevata, pertanto la % di portata al parto è bassa (nell'esempio è del 78%). In questo caso si produce una “super-copertura”, vale a dire, si coprono a 4-5 gg post-svezzamento scrofe che realmente non sono in calore, dando luogo a problemi(ritorni aciclici, scrofe vuote inviate al macello).

Pertanto, è fondamentale analizzare le conseguenze di ogni tipo di management e possiamo concludere che un ISC molto basso non sempre è sinonimo di buon management ,dato che si deve intendere non solo come giorni medi, ma anche come effetto sulla % e distribuzione successiva dei ritorni.

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