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Nuove tecniche di monitoraggio per l'Influenza suina

Montserrat Torremorell ci racconta i nuovi metodi alternativi con cui sta lavorando per raccogliere campioni da suini vivi ad un costo ragionevole...

Negli ultimi anni ci sono stati maggiori interessi sui programmi di vigilanza epidemiologica per l'Influenza suina. L'interesse è nato in seguito al riconoscimento che l'Influenza è una malattia costosa per gli allevatori e per la necessità, a livello globale, di caratterizzare i ceppi circolanti nei suini e le loro origini filogenetiche, con l'obiettivo di identificare i ceppi che più rappresentano fonte di rischio pandemico.

Tradizionalmente, l'Influenza nei suini è stata diagnosticata tramite campioni di tessuto, sopratutto del polmone di suini con polmonite (vigilanza passiva). Tuttavia, negli ultimi anni, sono stati promossi programmi di vigilanza attiva al fin di ottenere una rappresentatività globale dei ceppi circolanti nei suini. Con questi programmi, si intende identificare i ceppi di ampio spettro di virulenza che affliggono i suini a varie età e in varie aree geografiche, migliorando l'identificazione dei ceppi per la produzione di vaccini.

Campionamento tradizionale e nuovi metodi

Al fine di raggiungere questi obiettivi, è necessario fare un ampio campionamento su suini vivi e che costi poco. Tradizionalmente, i campioni venivano fatti in modo individuale utilizzando sopratutto, tamponi nasali. Però, il campionamento individuale è costoso, specializzato e rappresenta solo un numero limitato della popolazione. Per superare questi limiti, sono nate tecniche di monitoraggio di popolazione che permettono di rappresentare un maggior numero di suini. Queste tecniche sono addirittura più sensibili anche quando si desidera diagnosticare l'infezione in popolazioni con basse prevalenze. La tecnica più comune nel Nord America, utilizzata con questo obiettivo, è l'uso delle corde per raccogliere salive ed altri fluidi oro-nasali.

Raccolta di fluidi orali
Raccolta di fluidi orali

Questa metodica permette di monitorare molti suini simultaneamente ad un basso costo, servendo sopratutto per i test diagnostici di tipo molecolare come la PCR. Tuttavia, il limite maggiore è quello di ottenere quantità sufficiente nei suinetti piccoli, prima ancora dello svezzamento, rendendo difficoltoso l'isolamento virale. L'isolamento virale è necessario per caratterizzare i ceppi geneticamente per comprendere l'epidemiologia e decidere se i ceppi circolanti sono passibili di controllo con i vaccini disponibili. Nonostante questo, il monitoraggio dei suini prima dello svezzamento è di interesse per valutare se le strategie di controllo nella scrofaia sono efficaci. Oggi si stanno valutando nuovi metodi di monitoraggio dei suini prima dello svezzamento. Tra questi, l'uso di tamponi orofaringei, l'uso di garze mammarie e di carta d'alluminio per l'identificazione di particelle aerogene.

Tamponi orofaringei

I campioni orofaringei sono un'alternativa ai tamponi nasali. Anche se i tamponi nasali non sono difficili da ottenere, in allevamento si preferisce più frequentemente fare i tamponi orofaringei: i risultati sono comparabili sia a livello di PCR come di isolamento virale. Lo stesso campione può essere usato per rilevare la PRRS ed Influenza allo stesso tempo.

Tamponi orofaringei
Tamponi orofaringei

Carta di alluminio per la raccolta di particelle aerogene

Recentemente, sono state studiate altre tipologie di campionamento, sia di tipo ambientale sia di popolazione. Siccome l'Influenza si trasmette via aerosol, i campioni d'aria possono essere utili sopratutto quanto i suini si presentano nella forma acuta dell'infezione. Ma il costo delle strumentazioni per i campioni dell'aria è molto elevato e l'alternativa è prendere campioni dalle superfici orizzontali che contengano particelle aerogene depositate per gravità. Con questo obiettivo si può utilizzare la carta di alluminio monouso in ambiente con bassa ventilazione, che permettano la sedimentazione delle particelle. Questo metodo può funzionare sia per la diagnosi molecolare sia per l'isolamento virale, anche se, per quello virale, la sensibilità sia minore.

Garze mammarie

Altro metodo, da poco descritto per realizzare campioni dei suinetti prima dello svezzamento, è l'uso di garze mammarie per campionare la pelle della superficie mammaria delle scrofe lattanti. Durante l'allattamento, i suinetti depositano saliva e secrezioni nasali sulle mammelle, contaminando la superficie. Questo tipo di campione si sta dimostrando altamente sensibile nel diagnosticare figliate positive prima dello svezzamento e permette l'isolamento virale. Attualmente, si sta lavorando per caratterizzare questo tipo di campionamento per un monitoraggio più semplice e a basso costo dei suinetti prima dello svezzamento.

Garze mammarie
Garze mammarie

Riassumento, la validazione di nuove tecniche di monitoraggio, sia di popolazione sia ambientale, ha come obiettivo di migliorare, ad un minor costo, i programmi di vigilanza epidemiologica per l'Influenza. Il loro utilizzo può aiutare gli allevatori ed i veterinari a migliorare il programmi di controllo dell'Influenza in allevamento.

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