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Strategie nutrizionali pre-parto per ottimizzare le performance di scrofe e suinetti

Per "bump feeding" si intende il tipico aumento (p.e.: 20-30%), in quantità di mangime, nelle ultime 3-4 settimane di gestazione. Questa pratica soddisfa le necessità energetiche della scrofa, ma non quelle proteiche e nè per alcuni amminoacidi specifici. Aumentare la quantità somministrata per soddisfare i fabbisogni proteici non è nemmeno consigliato perchè porterebbe le scrofe al sovrapeso, con calo della produzione di latte in lattazione...

La fine della gestazione è una fase critica nel ciclo riproduttivo della scrofa. Il continuo miglioramento genetico e la nostra miglior conoscenza dei fabbisogni nutrizionali alla fine della gestazione, indicano che il tipico aumento delle quantità di mangimi nelle ultime 2-3 settimane prima del parto ("bump feeding") non è più una buona pratica. I miglioramenti genetici hanno portato benefici (più suinetti al parto), assieme alle sfide dell'uniformità della figliata e minor peso medio alla nascita. Offrire una nutrizione adeguata alla fine della gestazione può generare importanti vantaggi sia per la scrofa sia per la figliata, logicamente anche per l'allevatore. Questo articolo esaminerà alcuni degli aspetti nutrizionali in fase finale di gestazione per ottimizzare le performance delle scrofe e delle loro figliate...

Perchè non vale la pena applicare il "bump feeding" (aumento alla fine della gestazione)

Per "bump feeding" si intende il tipico aumento (p.e.: 20-30%), in quantità di mangimi, nelle ultime 3-4 settimane di gestazione. Questa pratica soddisfa le necessità energetiche della scrofa, ma non quelle proteiche e nè per alcuni amminoacidi specifici. Aumentare la quantità somministrata per soddisfare i fabbisogni proteici non è nemmeno consigliato perchè porterebbe le scrofe al sovrapeso, con calo della produzione di latte in lattazione. Gli allevatori che provano a trarre il massimo dalla loro genetica, possono scegliere di usare un mangime specifico, o un mangime complementare (top-dressing/aggiunta), da fine gestazione al parto.

Fabbisogni di amminoacidi alla fine della gestazione

I risultati di vari studi dimostrano che lo standard ideale per la lisina cambia alla fine della gestazione. Una revisione della letteratura disponibile evidenzia che i fabbisogni di lisina aumentano del 55% da metà alla fine gestazione e anche che le formulazioni a bassa densità o poco concentrate, possono essere utilizzate con efficacia a metà gestazione, quando i fabbisogni di lisina sono bassi (media di 10,66 g/giorno di lisina SID, oscillando tra 6,9 e 16,3 g/giorno di lisina SID), con maggiori richieste per le scrofe giovani che sono ancora in fase di crescita. Le differenze tra la lisina alla fine della gestazione, possono influenzare negativamente l'insulina e la prolattina, risultando in un disturbo del morbido passaggio alla lattogenesi (Zhang et al., 2011). Gli studi dimostrano anche che esiste un aumento sproporzionato dei fabbisogni di altri amminoacidi come la treonina, isoleucina ed il triptofano (fig 1.)

% di aumento degli amminoacidi SID da metà fino alla fine della gestazione in base alla revisione della letteratura attuale.
% di aumento degli amminoacidi SID da metà fino alla fine della gestazione in base alla revisione della letteratura attuale.

Figura 1. Percentuale di aumento degli amminoacidi SID da metà alla fine della gestazione in base ad una revisione della letteratura attuale.

La glutamina è un'altro amminoacido che raramente viene preso in considerazione nella nutrizione della scrofa, ma si sa che è importante alla fine della gestazione per migliorare i ritardi di accrescimenti fetali e anche per prevenire la mortalità in lattazione (Wu et al 2015). Di fatto, si stima che i fabbisogni di glutamina sono maggiori alla fine della gestazione, rispetto durante la lattazione (Wu 2014). La glutamina è anche conosciuta come un importante amminoacido per la produzione di latte. Si è dimostrato che i suinetti subiscono una riduzione degli accrescimenti intrauterini quando le concentrazioni plasmatiche sono basse, sia di glutamina sia di arginina alla fine della gestazione, rispetto ai suinetti di peso normale (Lin et al, 2012). Non esiste una raccomandazione stabilita per la glutamina nelle diete finali di gestazioni nè di lattazione, tuttavia, ci sono molti studi che mostrano risposte positive ad una supplementazione dietetica di L-glutamina e/o glutamato monosodico. La mia esperienza personale di campo indica ugualmente miglioramenti nel numero di nativivi e dei pesi allo svezzamento, quando si formulano mangimi con un livello totalte di glutamina pari a 3.75 - 4,0 %.

L'arginina è un noto vasodilatatore e di conseguenza può migliorare l'assorbimento dei nutrienti e dell'ossigeno dalla scrofa ai feti. Inoltre, si è postulato che l'arginina è coinvolta nell'espressione dei geni della vena ombelicale regolando l'angiogenesi e sviluppo vascolare della placenta e vena ombelicale (Lui et al 2012). La suplementazione con arginina (1 %), tuttavia costosa, ha dimostrato migliorare il peso alla nascita, l'uso dei nutrienti, la sopravvivenza fetale, l'immunità (IgM e IgG circolanti), oltre che la risposta vaccinale delle scrofe (Che et al., 2013). I livelli basali di arginina variano a seconda della composizione della dieta. La mia esperienza personale con l'aggiunta di L-arginina ai mangimi commerciali, tuttavia, non ha dimostrato risultati economici. Questo può essere dovuto ai livelli relativamente elevati di arginina nelle materie prime utilizzate nelle formule australiane (legumi, proteine animali e semi oleaginosi) o dovuto alle scarse performance riproduttive delle scrofe australiana come risultato di una genetica chiusa.

Manipolazione del profilo degli acidi grassi

Ci sono evidenze ragionevoli che dimostrano che la manipolazione del profilo degli acidi grassi delle diete a fine gestazione, possono migliorare la qualità del colostro e la vitalità dei suinetti nati. Tuttavia, le ricerche non sono totalmente complete e non sempre si riesce ad interpretarle. L'acido linoleico coniugato e l'olio di pesce (ricchi in acidi grassi omega 3) sono utilizzati con successo nelle formulazioni di fine gestazione e di lattazione ad un'inclusione dello 0,5 % (Bontempo et al., 2004, Tanghe et al., 2015). La ricerca suggerisce anche che i nutrizionisti devono formulare con un rapporto omega 6:omega 3 (<5), così come tenere in considerazione il livello assoluto di omega 3 nella dieta e l'efficienza della conversione di C18:3(n-3) a n-3 a lunga catena.

Fabbisogni minerali e vitamine

Oltre il 50 % del trattenimento dei minerali (macro e micro) avviene durante le ultime settimane di gestazione (Mahan, 2006). Le scrofe molto produttive hanno fabbisogni superiori di minerali rispetto a quelle meno produttive. Si da che la riduzione delle riserve minerali avviene dopo 3 parti (Mahan & Peters, 1994) per cui, per non compromettere la longevità della scrofa, è consigliabile l'uso strategico di minerali di elevata qualità e alta disponibilità (organici) a fine gestazione e durante la lattazione. Alla fine gestazione si consigliano anche minerali e vitamine che conferiscono protezione antiossidante necessaria (selenio organico, vit E, vit C) per la scrofa e per la progenie. Si può anche valutare la necessità di una pre-miscela specifica di vitamine e minerali prima del parto.

Una morbida transizione fino al parto

Un'altro vantaggio nell'avere un mangime specifico, o un supplemento (top-dressing) nel pre parto, è che permette l'uso in modo economico di ingredienti funzionali per ottimizzare il passaggio fino al parto. Si consiglia l'attenta considerazione dei livelli e delle fonti di fibra per raggiungere un bilancio positivo tra la velocità del transito intestinale (evitando la stitichezza) e lo sfruttamento dell'energia di lenta liberazione derivata dalla fermentazione nel grosso intestino (nelle scrofe adulte con restrizione alimentare) per migliorare il peso alla nascita. Si consiglia anche l'uso di probiotici, acidi organici e fitogenici in questo breve periodo per migliorare la salute intestinale della scrofa e di conseguenza della progenie.

Trovare l'equilibrio economico

Le raccomandazioni citate possono sembrare costose, tuttavia, con un'attenta revisione sia della dieta di inizio gestazione sia di pre-parto, è possibile ridefinire la dieta di inizio gestazione in modo che si adegui di più ai fabbisogni della scrofa e ai fabbisogni minimi delle figliate in sviluppo. I soldi risparmiati nella prima fase di gestazione possono essere reinvestiti nella dieta di transizione/pre parto per poter soddisfare in modo migliore i fabbisogni della scrofa in gestazione producendo figliate di miglior qualità e più consistente.

Conclusione

L'evoluzione della genetica della scrofa moderna richiede ai nutrizionisti un adattamento delle diete e dei programmi alimentari. I fattori condizionanti che influenzano il potenziale genetico delle scrofe negli allevamenti commerciali (ambiente, strutture, clima, personale) devono anche essere tenuti in conto nella personalizzazione della nutrizione. Continuiamo ad avere mancanze di ricerche che riguardano le scrofe iperprolifiche e che dovranno essere risolti velocemente per mantenere il passo dei miglioramenti genetici. Però, ci sono buone ragioni per applicare i risultati e le conoscenze che sono già a disposizione per adeguarci al meglio alle genetiche di oggi. I nutrizionisti devono considerare non solamente il ruolo della nutrizione sul metabolismo, ma anche sulla regolazione ormonale e sulla riproduzione. Bisogna tenere in considerazione i nutrienti essenziali come la glutamina e la vitamina C, che sono ugualmente importanti nei momenti critici.

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