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ANAS: Analisi del Settore Suinicolo Italiano 2022

L'ANAS ha elaborato in modo dettagliato ed esaustivo stime sui dati di varie fonti ufficiali: EUROSTAT/ISTAT, Circuito DOP, Borse Merci di riferimento, CUN, BDN – Anagrafe zootecnica. I dati riguardano serie storiche e pertanto forniscono utili informazioni sull’evoluzione del settore in Italia ed in Europa....

Elaborazione su dati della BDN dell'Anagrafe zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G. Caporale" di Teramo.
Elaborazione su dati della BDN dell'Anagrafe zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G. Caporale" di Teramo.
3 Luglio 2023
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La suinicoltura italiana nel 2022 mantiene un importante peso produttivo nell’ambito del comparto agricoltura (5,0%). In calo la quota del settore suinicolo nel comparto zootecnico (16,8% contro il 18,1% del 2021) e di quello delle carni (29% contro il 30,7% del 2021) (tabella 1).

La produzione ai prezzi di base è stata di circa 3.513 milioni di euro (tabella 2) e colloca il settore suinicolo al terzo posto nel comparto carni, dopo il comparto avicolo (3.847 milioni di euro) e quello bovino-bufalino (3.646 milioni di euro).

Secondo i dati pubblicati da Eurostat riportati nella tabella 3, nel 2022 sono in aumento la consistenza suinicola totale (+ 3,9%) e la consistenza delle scrofe (+ 25,8%). Tuttavia, il dato non sembra essere aderente alla realtà: in base ai dati della BDN dell’Anagrafe zootecnica del Ministero della Salute, il numero di capi suini è stato in calo del 3,4% e il numero delle scrofe del 3,3% rispetto al 2021.

La consistenza dei suini nell’UE 27 è calata del 5,1% circa rispetto all’anno precedente. I cali più marcati hanno interessato Germania, Danimarca, Francia e Polonia. E’ invece in aumento la consistenza suinicola della Spagna (tabella 4). Per l’Italia si ripetono le considerazioni a commento della tabella 3.

Prosegue il calo del numero delle scrofe nell’UE: nel 2022 si è ridotto di un ulteriore 4,5% rispetto al 2021 (tabella 5). Per l’Italia si ripetono le considerazioni a commento della tabella 3.

La produzione nell’UE 27 è stata di 245,5 milioni di capi, in calo del 1,3% rispetto al 2021. Il primo produttore si conferma la Spagna, seguita da Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Francia. In Italia si stima un calo produttivo del 2,2% rispetto al 2021 (tabella 6).

Nel 2022 sono in calo la produzione nazionale di carne suina (- 6,0%) e le importazioni italiane di suini vivi (-5,8% rispetto al 2021) mentre è aumentato del 1,6% l’import delle carni. Sono in calo del 7,3% le esportazioni italiane di carni suine e si registra una flessione anche per l’utilizzo nazionale in peso equivalente carcassa (- 1,8% rispetto al 2021). Il grado di autoapprovvigionamento è sostanzialmente stabile e pari al 60,9% (tabella 7).

Il grado di autoapprovvigionamento nell’UE 27 è sceso al 121%, contro il 125% del 2021. Nel 2022 le esportazioni sono calate del 16,4%. Il consumo medio pro-capite europeo (equivalente carcassa) è sceso a 31,8 Kg (-3,9% rispetto all’anno precedente) (tabella 8).

I dati di import ed export in volume e valore per categoria di suini vivi e tagli di carne e grassi sono dettagliati e confrontati con il 2021 nelle tabelle 9 e 10. Per quanto riguarda le importazioni, nel 2022 si registra un aumento delle quantità (animali a peso morto e carni) pari al 2,2% e del relativo valore (+ 26,1%). In calo del 8,1% quantità esportate, mentre il loro valore è aumentato del 2,5% rispetto al 2021.

Le importazioni italiane di carni e suini da altri Paesi sono riportate nella tabella 11. La Germania è il principale fornitore con una quota pari al 28,5%, seguita da Spagna (18,8%) Paesi Bassi (15,9%), Danimarca (12,8%) e Francia (6,6%). I suinetti importati provengono per il 70,6% dalla Danimarca, seguono Paesi Bassi (12%) Croazia (5,6%) Germania (3,5%) e Spagna (2,2%).

L’export italiano di carni lavorate rappresenta il 56% di tutte le esportazioni italiane di carni suine (tabella 12); di queste, il 70,1% è destinato ai Paesi dell’UE 27, con i due principali mercati: Francia (17,9%) e Germania (17,4%); l’8,6% è destinato al Regno Unito.

La tabella 13 riporta i dati BDN relativi al numero di allevamenti e di consistenza suinicola di ogni Regione, in ordine decrescente e aggiornati al 31 dicembre 2022.

Elaborazione su dati della BDN dell'Anagrafe zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G. Caporale" di Teramo.

I prezzi medi CUN delle categorie 25 kg, 160/176 kg non DOP e DOP sono esposti nella tabella 14.

La tabella 15 riepiloga i dati di macellazione in numero capi e peso (t) in Europa con il dettaglio per Stato membro. Nel 2022 il numero dei capi suini macellati nell’UE 27 è calato del 5,1% ed il peso del 5,7%. In Italia, il numero capi macellati è sceso del 5,4% rispetto al 2021 e del 7,2% in peso.

Sabato, 24 giugno 2023/Italia. https://www.anas.it/

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