
Caso clinico: Conseguenze "anomale" di una infezione da Strep. suis
Almeno il 25% dei suinetti di 2-3 settimane di età presentavano zoppie, alcuni così gravi che rimanevano coricati nel nido tremanti, incapaci di reggersi in piedi.

Almeno il 25% dei suinetti di 2-3 settimane di età presentavano zoppie, alcuni così gravi che rimanevano coricati nel nido tremanti, incapaci di reggersi in piedi.

Molto probabilmente lo stato immunitario degli allevamenti nei confronti del PCV2, è cambiato rispetto al periodo precedente alla vaccinazione di massa dei suinetti.

Sembra che abbiamo un nuovo virus in grado di causare malattia vescicolare nei suini...In questo caso clinico, mi riferirò ai "4 grandi" virus delle malattie vescicolari. Però ci sono stati casi sporadici segnalati in tutto il mondo (inclusi Nuova Zelanda, Italia, USA e Brasile) in cui si dichiara la presenza di malattie vescicolari in popolazione di suini negativa ai 4 virus.

Non si evidenziò nessun enteropatogeno in quantità clinicamente rilevante, per cui la massiccia infestazione di Blastocystis sp. si considerò significativa in questo caso.

Nonostante non esista una correlazione sierologica post-vaccinale consistente, i suini vaccinati hanno un comportamento totalmente diverso rispetto a quelli non vaccinati in condizioni di campo. L'articolo spiega perchè i vaccini proteggono.

Effetti del vaccino vivo modificato del virus della PRRS sull'escrezione della forma selvaggia del virus in una popolazione infettata di suini all'ingrasso. La visione dal campo di Enric Marco...

Dopo 2 settimane di quarantena, le scrofette hanno iniziato a zoppicare. Il trattamento con amossicillina non ha dato risultati positivi;i risultati si ottennero solamente quando si usarono i macrolidi e la spectinomicina (10 mg/kg). Dopo vari studi si comprese che si trattava di...

Dopo 24 anni di esperienza, purtroppo non abbiamo un piano di controllo condiviso ed accettato dalla nostra comunità tecnica. Perchè?. Il pensiero dal campo di Enric Marco...

Si rilevò un eritema multifocale (EM) nella maggior parte (90%) delle scrofe con sintomi respiratori, in assenza di mortalità.

La combinazione di campioni sui suinetti al parto (vivi o nati morti) ed allo svezzamento dà precisione e sicurezza per prendere una decisione che sarà cruciale in qualsiasi piano di eradicazione della PRRS. La visione dal campo di Enric Marco...

Questo articolo propone un sistema per classificare gli allevamenti nei confronti del PRRSv, basandosi su definizioni che riflettano la biologia e l'ecologia del virus. Questo sistema di classificazione degli allevamenti è stato sviluppato da una commissione congiunta con l'Associazione Americana dei Veterinari di Suini (AASV) ed un progetto sulla PRRS del Dipartimento Agricoltura degli USA e del National Pork Board.

Sono state adottate una serie di misure infruttuose fino a quando, finalmente, si è riusciti ad eliminare il problema...

In questo articolo si spiegano i fattori da considerare per decidere il momento ottimale della vaccinazione nei confronti del PCV2 e mostra i risultati di un studio che valuta l'efficacia dei vari programmi vaccinali in un allevamento con infezione subclinica.

L'idea proposta dall'articolo di misurare i rischi esterni, permette di comparare gli allevamenti in base ad un valore numerico ed applicare misure correttive che permettono di migliorare e constatare numericamente i miglioramenti conseguiti.

Quest'articolo descrive una nuova sindrome suina che determina la nascita di suinetti con malformazioni esterne ed interne, sopratutto al fegato ed al cuore.

Questo tipo di investimento potrebbe non essere considerato "pazzo" quando si tratta di proteggere allevamenti ad elevato valore genetico (sui quali altri allevamenti dipendono) o i centri verri.

La diagnosi con i fluidi orali è indicato per il controllo della rimonta all'entrata e all'uscita dei lotti dal periodo di adattamento e dei diversi lotti produttivi, in particolare le subpopolazioni a rischio come per esempio i suini di scarto o in ritardo di crescita.

Recentemente, è stato suggerito che il PCV2 è capace di causare diarrea nei suini ed è stata proposta come malattia enterica capace di produrre diarrea nei suini (PCV2-ED) e classificata come un'entità separata dalle malattie associate al circovirus suino (PCVDs).

Le mosche normalmente non sono considerate un rischio reale tra allevamenti salvo in zone ad elevata densità suinicola. Tuttavia le mosche possono volare lunghe distanze.

Le misure di biosicurezza che fanno riferimento alle visite dovrebbero essere applicate in tutti gli allevamenti senza nessuna eccezione, e in quelle in cui la doccia non è obbligatoria, il lavaggio delle mani con sapone e successiva disinfezione dovrebbe esserlo.

Come possiamo decidere se un camion o un mezzo di trasporto è pulito dando solo un'occhiata?...

Alla fine abbiamo concluso che si trattava di un caso di malattia degli edemi in suini ad un'età estremamente inusuale.

Enric Marco ci commenta che ultimamente è relativamente comune trovare suini che in fase di ingrasso presentino sintomatologia respiratoria e che rispondino male ai trattamenti antibiotici. In questi casi, normalmente, si pensa al virus PRRS, tuttavia è meno frequente pensare alle infezioni virali in forma mista.

Il PRRSv favorisce la comparsa di infezioni secondarie come quella da S suis: la funzione di "pulizia" dei macrofagi alveolari viene compromessa dal virus della PRRS.

Le scrofette decedute avevano una buona condizione corporale e presentavano cianosi nella zona ventrale dell'addome e del collo.

Circondare gli allevamenti con recinzioni di siepi alte riduce il rischio di trasmissione aerogena.

Il virus PRRS facilita l'infezione da H. parasuis perchè riduce la capacità dei macrofagi ad inattivare il batterio, e non perchè la popolazione di macrofagi alveolari sia compromessa.

Negli allevamenti positivi alla PRRS il controllo dell'App è imprescindibile per il controllo delle pleuropolmoniti.

Questo caso clinico studia il comportamento ed il controllo a lungo termine di un'infezione da App in un ciclo chiuso, considerando aspetti importanti come la pianta dell'allevamento, la dinamica dell'infezione e l'evoluzione dell'immunità.

L'infezione con il virus PRRS si può considerare comune in zone ad elevata densità suinicola ed è molto frequente pensare che in questi casi la biosicurezza possa fare ben poco. Tutt'altro che vero: è importante evitare l'entrata di nuovi ceppi!!.
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